Truffò per miliardi di franchi, morto Rolf Erb
L'imprenditore zurighese Rolf Erb, 65 anni, è morto nel suo castello Eugensberg in Salenstein nel canton Turgovia. La causa del decesso non è ancora nota. La morte è sopravvenuta alcuni giorni prima della sua incarcerazione. Erb era stato condannato a sette anni di carcere per il dissesto del suo impero famigliare.
Sarà l’istituto di medicina legale a chiarire se si tratti di morte naturale o di suicidio. L’intervento di terze persone sembra comunque escluso.
Un buco miliardario
Erb è stato l’ultimo patron dell’omonimo gruppo famigliare zurighese fallito nel 2003, a pochi mesi dalla morte del suo fondatore, l’importatore di automobili Hugo Erb, padre di Rolf. Il buco fu immenso, di svariati miliardi di franchi, secondo in Svizzera solo a quello di Swissair.
Stando alle cifre rese note all’ultimo processo, le richieste dei creditori, compresi anche i debiti fra le varie società del gruppo, ammontano a 6,5 miliardi di franchi. Erb è stato in sostanza ritenuto colpevole di avere nascosto l’eccessivo indebitamento del gruppo fra il 1998 e il 2003, ingannando le banche con bilanci manipolati.
Condannato a 7 anni di carcere
Dopo il dissesto del suo impero Rolf Erb – riconosciuto colpevole di truffa per mestiere, ripetuta falsità in documenti e ripetuta diminuzione dell’attivo in danno dei creditori – fu condannato a sette anni di carcere.
Alla fine di marzo il Tribunale federale ha respinto un ricorso di Erb contro l’esecuzione della pena per rischio di suicidio. Il bancarottiere avrebbe voluto una seconda perizia che dimostrasse il fatto che non poteva stare dietro le sbarre e che il rischio di togliersi la vita è reale. Per i giudici federali non è opportuno che il rischio di suicidio diventi un mezzo di difesa usuale dei condannati e dei loro legali.
Una villa sontuosa
Nonostante fosse fallito e condannato, Rolf Erb risiedeva da anni in una sontuosa residenza – il castello di Eugensberg, 45 stanze e decine di ettari di terreno circostante – ma probabilmente avrebbe dovuto abbandonarla all’inizio di maggio. Il Tribunale federale infatti aveva sentenziato a gennaio che il bancarottiere e la sua famiglia dovevano lasciare il castello entro il primo maggio. Erb intestò la magione poco prima del fallimento (come tutto il resto del suo patrimonio) ai suoi due figli gemelli, che all’epoca avevano dieci mesi.
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