Si alzano i toni tra Berna e Bruxelles. Il Consiglio federale reagisce con fermezza alla decisione della Commissione UE sull'equivalenza delle Borse. Il promesso miliardo di coesione per l'Ue potrebbe essere rivisto.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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La Confederazione è chiaramente discriminata, ha affermato la presidente della Confederazione, Doris Leuthard, al termine di una seduta di crisi del governo. Berna “adempie le condizioni per il riconoscimento dell’equivalenza delle Borse, esattamente come gli altri Paesi terzi che hanno ricevuto un riconoscimento senza limiti temporali”.
L’esecutivo non esclude pertanto di rivedere il progetto di contributo all’allargamento a favore dell’Europa dell’Est, ha precisato, aggiungendo che il governo ha dei dubbi sulla regolarità della decisione di Bruxelles. In particolare, “il Consiglio federale ha l’impressione che essa abbia lo scopo di indebolire la piazza finanziaria della Svizzera”.
Il riconoscimento dell’equivalenza borsistica è fondamentale affinché le banche europee e gli investitori possano conservare l’accesso alla Borsa svizzera, continuando ad acquistare e vendere titoli, elvetici ed esteri, quotati a Zurigo.
La durata limitata a un anno è dovuta al fatto che Bruxelles lega l’equivalenza della Borsa svizzera a un accordo quadro istituzionale con Berna. La limitazione è dovuta a “progressi non sufficientemente sostanziali” in questo dossier, ha spiegato ieri il vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis.
Soluzione elvetica
In mancanza della cosiddetta equivalenza le banche e gli investitori dell’Ue non avrebbero più accesso diretto alla borsa di Zurigo: per acquistare o vendere titoli elvetici dovrebbero quindi passare da una banca svizzera, che – in base alla normativa sulle tasse di bollo – è tenuta a prelevare una tassa di negoziazione di 0,15%, balzello che sale allo 0,3% per azioni e obbligazioni straniere.
Il Consiglio federale ha fatto sapere oggi di valutare l’opportunità di abolire questa trattenuta, che è prevista dalla Legge federale sulle tasse di bollo (LTB), insieme a quella sulle emissioni e a quella sui premi di assicurazione. In tal modo i clienti europei potrebbero effettuare le loro transazioni attraverso un istituto svizzero: gli effetti della mancata equivalenza (necessaria in base a nuove regole Ue che entreranno in vigore il 3 gennaio) verrebbero quindi attenuati.
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