Si alzano i toni tra Berna e Bruxelles. Il Consiglio federale reagisce con fermezza alla decisione della Commissione UE sull'equivalenza delle Borse. Il promesso miliardo di coesione per l'Ue potrebbe essere rivisto.
Questo contenuto è stato pubblicato al
2 minuti
tvsvizzera.it/fra con RSI
Contenuto esterno
La Confederazione è chiaramente discriminata, ha affermato la presidente della Confederazione, Doris Leuthard, al termine di una seduta di crisi del governo. Berna “adempie le condizioni per il riconoscimento dell’equivalenza delle Borse, esattamente come gli altri Paesi terzi che hanno ricevuto un riconoscimento senza limiti temporali”.
L’esecutivo non esclude pertanto di rivedere il progetto di contributo all’allargamento a favore dell’Europa dell’Est, ha precisato, aggiungendo che il governo ha dei dubbi sulla regolarità della decisione di Bruxelles. In particolare, “il Consiglio federale ha l’impressione che essa abbia lo scopo di indebolire la piazza finanziaria della Svizzera”.
Il riconoscimento dell’equivalenza borsistica è fondamentale affinché le banche europee e gli investitori possano conservare l’accesso alla Borsa svizzera, continuando ad acquistare e vendere titoli, elvetici ed esteri, quotati a Zurigo.
La durata limitata a un anno è dovuta al fatto che Bruxelles lega l’equivalenza della Borsa svizzera a un accordo quadro istituzionale con Berna. La limitazione è dovuta a “progressi non sufficientemente sostanziali” in questo dossier, ha spiegato ieri il vicepresidente della Commissione UE Valdis Dombrovskis.
Soluzione elvetica
In mancanza della cosiddetta equivalenza le banche e gli investitori dell’Ue non avrebbero più accesso diretto alla borsa di Zurigo: per acquistare o vendere titoli elvetici dovrebbero quindi passare da una banca svizzera, che – in base alla normativa sulle tasse di bollo – è tenuta a prelevare una tassa di negoziazione di 0,15%, balzello che sale allo 0,3% per azioni e obbligazioni straniere.
Il Consiglio federale ha fatto sapere oggi di valutare l’opportunità di abolire questa trattenuta, che è prevista dalla Legge federale sulle tasse di bollo (LTB), insieme a quella sulle emissioni e a quella sui premi di assicurazione. In tal modo i clienti europei potrebbero effettuare le loro transazioni attraverso un istituto svizzero: gli effetti della mancata equivalenza (necessaria in base a nuove regole Ue che entreranno in vigore il 3 gennaio) verrebbero quindi attenuati.
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.
Per saperne di più
Altri sviluppi
Equivalenza finanziaria solo per un anno? Non se ne parla
Questo contenuto è stato pubblicato al
Limitare a un anno l’accesso ai mercati dell’Unione Europea per la borsa svizzera come apparentemente vorrebbe Bruxelles? È fuori discussione, ha sottolineato martedì il responsabile del Dipartimento degli affari esteri Ignazio Cassis da Parigi, dove si trovava in visita ufficiale. “La posizione della Svizzera è chiara: attende che l’UE riconosca l’equivalenza finanziaria (…) entro l’apertura…
“Progressi nell’accordo quadro o niente equivalenza finanziaria”
Questo contenuto è stato pubblicato al
La borsa svizzera potrà continuare ad avere accesso ai mercati finanziari europei e a acquistare e vendere azioni europee, ma solo per un anno. La Commissione europea ha infatti accordato alla Svizzera l’equivalenza borsistica – indispensabile appunto per operare sul mercato UE – sino alla fine del 2018. Per altri Stati terzi, come Hong Kong…
Tempi duri in vista per la piazza finanziaria svizzera
Questo contenuto è stato pubblicato al
Il dossier è di importanza capitale per la piazza finanziaria svizzera e in particolare per la borsa di Zurigo, dove gran parte degli affari si fanno proprio grazie al mercato europeo. In pratica, le regole elvetiche in materia di protezione degli investitori sono considerate altrettanto valide di quelle della nuova direttiva europea Mifir, che entrerà…
Questo contenuto è stato pubblicato al
In particolare è stato oggetto di discussione il cosiddetto miliardo di coesione, l’importo che la Confederazione potrebbe versare alle casse europee per ridurre le disparità tra gli Stati membri. Ma sull’orientamento dei consiglieri federali al riguardo non è trapelato nulla anche perché la questione è oggetto di una serrata trattativa con l’Ue e investe l’insieme…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Bruxelles e Berna hanno sbloccato l’accordo sugli ostacoli al commercio che garantirà alle industrie esportatrici elvetiche un accesso agevolato al mercato europeo. L’intesa sul reciproco riconoscimento in materia di valutazione sulla conformità (MRA) consentirà inoltre una riduzione sensibile dei costi per le imprese che saranno così più competitive sullo scacchiere continentale. Si tratta solo di…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Quali sono i temi principali trattati nei suoi incontri a Berna e a Bellinzona? «Quello con la Svizzera è per noi un rapporto privilegiato, consolidatosi in anni di proficua collaborazione sia bilaterale sia sulle tematiche europee, internazionali e multilaterali. La vicinanza geografica e la diffusione dell’italiano, lingua ufficiale della Confederazione, rendono intenso questo rapporto: a…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Secondo Doris Leuthard, la legge che impone il principio della “preferenza per i lavoratori indigeni” in Svizzera – varata per dare seguito all’iniziativa ’Contro l’immigrazione di massa’, lanciata dall’Unione democratica di centro (UDC, destra conservatrice) e approvata dal popolo il 9 febbraio 2014 – entrerà in vigore il 1° gennaio 2018. Jean-Claude Juncker ha osservato…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Poco prima delle 8 la deputazione democentrista, guidata dal presidente del partito Albert Rösti, ha infatti intonato il salmo svizzero per celebrare il voto che ha posto fine alle spinte europeiste, molto diffuse a inizio anni ’90 nel paese, suscitando la reazione del presidente della Camera, il popolare democratico Dominique de Buman che ha ricordato…
Relazioni Svizzera-Ue, il disgelo passa dal Ticino
Questo contenuto è stato pubblicato al
È ottimista, l’ambasciatore dell’Unione europea in Svizzera, ai microfoni della RSI. Quelli tra la Confederazione e l’Ue “sono rapporti che continuano a migliorare. Gli ultimi tre anni sono stati difficili a causa del referendum sull’immigrazione di massa, ma dopo che il Parlamento l’anno scorso ha votato la legge d’applicazione c’è stata una svolta. Credo, spero,…
Questo contenuto è stato pubblicato al
I 12 paesi della Comunità europea si trovarono in Olanda per firmare quel trattato che fissava le regole politiche e i parametri economici e sociali necessari per l’ingresso dei vari Stati nell’Unione. Il trattato entrò in vigore il primo novembre 1993. Il trattato di Maastricht si fonda su tre pilatri: la comunità europea, ovvero l’integrazione…
Questo contenuto è stato pubblicato al
Lunedì, si è consumato il rito che si ripete ogni anno: l’incontro tra l’Unione europea –questa volta rappresentata da Malta- e i paesi che nel 1992, a differenza della Svizzera, dissero ‘sì’ allo Spazio economico europeoCollegamento esterno. Paesi che da allora hanno ripreso, senza poterli influenzare, migliaia di atti normativi di Bruxelles. Allo stesso modo…
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.