I riflettori dei media internazionali si stanno, piano piano, spegnendo su Mosul e dintorni, eppure in Iraq si continua a combattere contro l'autoproclamato Stato islamico.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Nonostante una imponente campagna militare, le forze irachene, in tre mesi di combattimenti a Mosul sono riuscite a riconquistare circa il 70% della parte est della città. Lo Stato islamico è ancora in grado di colpire duramente in tutto il Paese. Lo fa con autobombe, assalti, uccisioni mirate, esecuzioni.
Lo sta facendo a Mosul, come l’ha fatto a Kirkuk, città interconfessionale e interetnica, ventre molle del Kurdistan iracheno. È proprio qui che lo scorso 21 ottobre i miliziani dell’IS hanno attaccato edifici governativi e civili. Una battaglia che è andata avanti per più di un giorno e che ha lasciato sul terreno centinaia di morti, tra cui molti civili. In città ci sono forti frizioni tra le varie comunità, soprattutto tra curdi e arabi/turcomanni, ma tutti, in quell’occasione, fecero fronte comune contro i miliziani di Daesh e vinsero.
Ather Mohammed Ahmed è uno dei miliziani dell’IS fatto prigioniero. “Volevamo Kirkuk – dice – ma abbiamo fallito”. Lui, adesso, è in una prigione dell’antiterrorismo proprio a Kirkuk. È lì che l’hanno incontrato – e intervistato in esclusiva per RSInews – Cristiano Tinazzi e Ruben Lagattolla. Ather per anni ha condotto azioni terroriste: prima contro le forze americane e poi contro sciiti, curdi e chiunque si opponesse al loro progetto. Un progetto di morte e distruzione del quale parlano, nel video, anche alcuni sopravvissuti.
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