È una situazione di stallo e di sofferenza senza fine. Per le 50mila persone che ancora sono intrappolate ad Aleppo est il destino sembra quello di un'infinita attesa. Dovevano poter lasciare i quartieri distrutti e invece l'evacuazione resta sospesa da ieri mattina. E la guerra dell'informazione regna su tutto.
Il nuovo accordo annunciato sabato dai ribelli per riprendere lo sgombero di miliziani e civili da Aleppo est potrebbe essere esteso ad altre quattro località: oltre a quelle a maggioranza sciita di Kefraya e Fuaa, nella provincia di Idlib, assediate dagli insorti, anche a quelle sunnite di Madaya e Zabadani, nella provincia di Damasco al confine con il Libano, assediate dalle forze lealiste.
Le dichiarazioni di Barak Obama
“Mi sento sempre responsabile. Mi chiedo tutti i giorni se ci sia qualcosa che posso fare per salvare vite. Sulla Siria ciò che ho fatto costantemente è prendere la migliore possibile via per mettere fine alla guerra civile. Capisco l’istinto di voler fare qualcosa, ma devo pensare al meglio per l’America. Non posso dire che abbiamo avuto successo. E ciò mi accompagna tutte le notti”.
Lo affermano le fonti degli attivisti e delle milizie sciite libanesi di Hezbollah, che combattono a fianco delle truppe governative siriane. Secondo l’Osservatorio nazionale per i diritti umani in Siria (Ondus), 126 autobus sono pronti ad evacuare circa 4000 persone da Kefraya e Fuaa. Preparativi, aggiunge la fonte, sono in corso per consentire l’evacuazione da Madaya di persone che necessitano di cure mediche. Secondo fonti di stampa vicine a Hezbollah, l’accordo potrebbe riguardare anche Zabadani, che come Madaya è assediata da forze governative e dalle stesse milizie Hezbollah.
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