Conflitto ucraino, Berna riprende parte delle sanzioni dell’UE
La più imponente offensiva militare in Europa dalla fine della Seconda guerra mondiale è scattata all'alba da parte delle forze armate russe che sono penetrate in più punti nel territorio ucraino. Il governo svizzero, che ha tenuto una riunione straordinaria durante la quale ha deciso di allinearsi alle sanzioni annunciate mercoledì dall'Unione Europea contro Mosca, ha condannato fermamente l'invasione dell'Ucraina.
L’attacco russo è un atto contrario al diritto internazionale e una violazione dell’integrità territoriale e della sovranità dell’Ucraina, ha affermato il presidente della Confederazione Ignazio Cassis. “Il Consiglio federale (esecutivo) chiede alla Russia di ritirare le sue truppe dal suolo ucraino”, ha detto il capo della diplomazia elvetica, aggiungendo che la posizione dell’esecutivo è stata comunicata chiaramente anche all’ambasciatore russo in Svizzera.
Il governo federale aveva già condannato giovedì (senza tuttavia prevedere sanzioni) il riconoscimento dell’indipendenza delle autoproclamate repubbliche separatiste di Donetsk e Lugansk da parte della Russia.
Cassis: neutrali ma non indifferenti
Ignazio Cassis, che ha parlato di “giorno triste che non avremmo mai voluto vedere”, ha spiegato che il governo vuole soprattutto evitare che la Svizzera venga usata come piattaforma per aggirare le sanzioni imposte dall’UE.
“La Svizzera mette la sua neutralità al servizio della diplomazia internazionale per evitare che si ricorra alla peggior soluzione, cioè le armi per risolvere i conflitti, ma neutralità non significa indifferenza”, ha detto il responsabile degli Esteri, sottolineando che per questi motivi, al momento, Berna non intende imporre proprie sanzioni nei confronti di Mosca, ma riprenderà quelle annunciate dall’UE (l’applicazione di tali misure, in ogni caso, non sarà immediata e verrà discussa nei prossimi giorni).
In concreto questo significa che la Confederazione aderisce alla black-list europea contro i 336 membri della Duma che hanno votato a favore del riconoscimento delle due repubbliche secessioniste del Donbass da parte di Mosca.
Nel mirino ci sono anche tre banche, alcune personalità di rilievo (uomini d’affari, membri del governo e dell’esercito russo) ed entità che sostengono finanziariamente o materialmente l’aggressione nei confronti di Kiev. Sono inoltre previste ulteriori restrizioni commerciali.
Il commento di Reto Ceschi (Rsi)sull’orientamento del governo svizzero.
L’ambasciata elvetica a Kiev è stata intanto chiusa ma il corpo diplomatico al momento non viene evacuato. Attualmente risultano 268 i cittadini svizzeri che sono registrati presso l’Ambasciata in Ucraina.
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L’offensiva russa va avanti
Le operazioni condotte dalle unità dell’esercito di Mosca – che all’alba sono sconfinate a nord dalla Bielorussia, a est dalle repubbliche secessioniste del Donbass e, via mare dalla Crimea annessa nel 2014, da sud – sono state accompagnate da lanci di missili su aeroporti e obiettivi militari in numerose città mentre corpi speciali dell’armata russa, supportati da elicotteri, sono segnalati alla periferia di Kiev, in particolare nei pressi dell’aeroporto internazionale Antonov di Hosotmel che sarebbe stato conquistato. L’aviazione ucraina è stata neutralizzata e secondo gli analisti la capitale potrebbe cadere nel giro di ore. Contingenti di soldati sono inoltre sbarcati nei porti meridionali di Odessa e Mariupol.
Forti esplosioni sono state avvertite a Odessa, Kharvik, Mariupol, Leopoli, Dnipro e a Kiev, dove le truppe russe avrebbero sfondato le difese dell’esercito ucraino, portando i combattimenti a soli 30 chilometri dalla capitale. Si è combattuto pure a Chernobyl, dove ci sono gli impianti di stoccaggio delle scorie della vecchia centrale nucleare, che è ora sotto il controllo dell’esercito russo.
Fonti di Kiev riferiscono che le forze armate ucraine sono impegnate su quasi tutta la frontiera con la Russia e violenti combattimenti sono in corso nelle regioni di Sumy, Kharkiv, Kherson e Odessa e all’aeroporto della capitale. In serata veniva segnalata un’intensificazione delle esplosioni a Mariupol, porto strategico sulla costa sud-orientale del paese che si trova tra la Crimea e le due repubbliche secessioniste del Donbass. Secondo gli analisti uno degli obiettivi dell’offensiva di Mosca sarebbe proprio quello di assicurare continuità territoriale tra il Donbass sotto controllo dei secessionisti filo-russi e la Crimea.
Mosca ha fatto sapere a fine giornata di avere distrutto 74 obiettivi militari, comprese 11 piste d’atterraggio. Il bilancio provvisorio dell’offensiva sarebbe di un centinaio di morti ucraini. Fonti di Kiev parlano di “più di 40 soldati ucraini e circa 10 civili uccisi”.
Altre 22 vittime, fra le quali 11 donne, vengono segnalate in seguito all’attacco russo a Odessa, e sarebbe di 4 morti e 10 feriti, compresi 6 medici, l’esito di un bombardamento russo su un ospedale a Vuhledar, nella regione di Donetsk. L’esercito ucraino avrebbe abbattuto invece cinque aerei e un elicottero russi, uccidendo “50 occupanti”.
Schermaglie diplomatiche
Sul piano diplomatico Putin ha definito quella in Ucraina “un’operazione militare speciale per proteggere il Donbass” chiarendo che “un’ulteriore espansione della Nato e il suo uso del territorio ucraino sono inaccettabili”. Il Cremlino ha specificato che lo scopo è quello di “smilitarizzare e denazificare” il paese confinante.
Al leader di Mosca ha risposto il presidente ucraino Zelensky che lo ha accusato di avere “attaccato a tradimento, come fecero i nazisti” e ha esortato l’esercito a “infliggere il massimo delle perdite” alle forze russe.
Ferma la condanna delle cancellerie occidentali: in giornata è previsto un Consiglio UE e un G7 mentre domani è in agenda una riunione straordinaria della Nato. Il vertice dei leader dell’Unione Europea dovrebbe varare un nuovo e più duro pacchetto di sanzioni
La presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen ha annunciato il varo di “un pacchetto di sanzioni massicce e mirate” che “avranno un impatto molto pesante sull’economia russa e andranno a sopprimere la crescita della Russia, ad erodere la sua base industriale. Vedremo molti capitali uscire dal Paese. Limiteremo l’accesso di Mosca alle tecnologie chiave. In gioco ci sono la stabilità dell’Europa e l’ordine mondiale internazionale, Putin dovrà spiegare queste sanzioni ai suoi cittadini, so che il popolo russo non ha voluto questa guerra”.
This morning, I met with my G7 counterparts to discuss President Putin’s unjustified attack on Ukraine and we agreed to move forward on devastating packages of sanctions and other economic measures to hold Russia to account. We stand with the brave people of Ukraine. pic.twitter.com/dzvYxj7J9wCollegamento esterno
— President Biden (@POTUS) February 24, 2022Collegamento esterno
Anche il presidente statunitense Joe Biden, che ha riunito il Consiglio di sicurezza nazionale alla casa Bianca, ha annunciato severe sanzioni che “saranno devastanti”. La Cina intanto ha fatto sapere che pur essendo di principio favorevole al rispetto dell’integrità territoriale degli Stati, comprende “i timori russi” in tema di sicurezza.
In serata è poi giunta la notizia di un colloqui telefonico tra Vladimir Putin e il presidente francese Emmanuel Macron. Il presidente russo, secondo quanto ha riferito l’agenzia Tass, ha fornito all’omologo francese “chiarimenti dettagliati sulle ragioni e le circostanze della sua decisione di condurre un’operazione militare speciale” in Ucraina. I due leader hanno concordato di risentirsi nei prossimi giorni.
Profughi in movimento
Intanto sono stimate a 100’000 le persone sono fuggite dalle loro case in Ucraina e diverse migliaia hanno lasciato il Paese, ha riferito una portavoce dell’Alto commissariato dell’Onu per i rifugiati, Shabia Mantoo.
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