La vera minaccia attuale sul fronte della lotta contro l'Aids consiste nella sottovalutazione dell'infezione. È quanto emerge alla 22esima Conferenza internazionale sulla malattia che si è aperta oggi ad Amsterdam.
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tvsvizzera/spal con RSI (TG del 23.7.2018)
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In proposito è esplicito Massimo Galli, presidente della Società italiana malattie infettive e tropicali (Simit) secondo il quale “c’è il rischio, soprattutto in Africa e nell’Europa dell’Est, di una forte ripresa dell’epidemia di Hiv-Aids se si continuerà ad abbassare la guardia, come sta oggi accadendo in varie realtà”.
Il quadro è tutt’altro che tranquillizzante, ha continuato l’immunologo. L’epidemia da Hiv ha infatti dato segno di poter essere tenuta sotto controllo “solo a patto che venga garantita la terapia adatta, ma si si smette di trattare l’infezione allora questa riprenderà a diffondersi, come già sta accadendo in varie aree” del globo.
All’incontro nei Paesi Bassi, cui partecipano 15’000 esperti in vari rami, è infatti rimbalzato l’allarme lanciato pochi giorni fa Unaids: le nuove infezioni sono diminuite solo del 18% negli ultimi sette anni – da 2,2 a 1,8 milioni – e sono sempre 940’000 le persone che muoiono ogni anno a causa di questa patologia.
Ma a preoccupare maggiormente è il dato della crescita dell’infezione in oltre 50 paesi, in particolare in Europa dell’Est, Asia Centrale, Medio Oriente e Nord Africa. Una situazione che renderà impossibile il raggiungimento dell’obiettivo 90-90-90 previsto entro il 2020. Vale a dire il 90% delle infezioni da Hiv diagnosticate, il 90% dei sieropositivi in trattamento antiretrovirale e il 90% delle infezioni soppresse.
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