Diversità e inclusione, una sfida cruciale per Wikipedia
A gennaio ha compiuto vent'anni Wikipedia. È il progetto partecipativo online più grande al mondo: un'enciclopedia da 55 milioni di voci in oltre 300 lingue. Le sfide però non mancano: riuscirà a diversificare i contributori, oggi perlopiù maschi bianchi? Potrà mai aprirsi alle fonti orali, così da coprire anche sfere del sapere non ancora documentate sul web? A quali minacce deve far fronte? Ne parliamo con Iolanda Pensa, ricercatrice svizzera e italiana, presidente di Wikimedia Italia.
Può sembrare rivoluzionario, che tra i dieci siti più visitati al mondo ce ne sia uno senza pubblicità, gestito da una fondazioneCollegamento esternono profit che incoraggia lo sviluppo e la diffusione di contenuti liberi finanziandosi con le sole donazioni. Eppure, è quanto di più vicino esista al world wide web immaginato dal suo inventore Tim Berners-LeeCollegamento esterno: una fonte di informazioni gratuita, aperta e neutrale.
Iolanda PensaCollegamento esterno è ricercatrice del Laboratorio di cultura visiva e membro del Consiglio della Scuola universitaria della Svizzera italiana (SUPSI). Storica dell’arte con due dottorati (antropologia sociale e urbanistica), si occupa di arte contemporanea africana e scrisse le sue prime parole su Wikipedia nel 2006. Dieci anni dopo, riuscì a far confluire a Esino Lario -un paesino del Lecchese- 1200 persone per l’annuale conferenza-raduno Wikimania [intervista]. Da dicembre, presiede Wikimedia ItaliaCollegamento esterno.
Prospettiva globale
Sgombriamo il campo da un possibile equivoco. L’edizione in lingua italiana dell’enciclopedia non è una Wikipedia Italia (come l’edizione in lingua francese non è Wikipedia France, e così via). “Questo è molto importante”, sottolinea Iolanda Pensa, “Wikipedia vuole mantenere sempre una prospettiva sul mondo, in qualsiasi lingua sia”. Se un articolo o un paragrafo si riferiscono in particolare all’Italia, l’autore deve indicarlo chiaramente.
Nondimeno, la Wikimedia Foundation ha dei cosiddetti capitoli, associazioni nazionali che fanno “da interfaccia istituzionale nella raccolta fondi, nei contatti ufficiali, nella collaborazioneCollegamento esterno con le scuole e le università e in quella con musei, biblioteche e archivi affinché rendano accessibili i loro contenuti sui progetti Wikimedia [programma GLAMCollegamento esterno]”.
Poi c’è “quello che noi chiamiamo rinforzare la comunità”, spiega la ricercatrice, “quindi può essere la produzione di nuovi strumenti tecnologici o il sostegno nell’organizzazione di incontri come gli editathonCollegamento esterno“, dei raduni durante i quali i contributori creano, modificano e migliorano gli articoli. In definitiva, le Wikimedia nazionali nascono anche dal desiderio delle comunità online di “conoscersi, lavorare insieme anche in presenza e sentirsi parte di qualcosa in modo più tangibile”.
Wikipedia è il progetto più conosciuto della Wikimedia Foundation [quiCollegamento esterno gli altri]. Wikimedia Italia rappresenta anche OpenStreetMapCollegamento esterno e dirige il concorso fotografico internazionale Wiki Loves Monuments,Collegamento esterno che ha lo scopo di raccogliere immagini del patrimonio culturale mondiale da rilasciare in licenza liberaCollegamento esterno. “La Svizzera ha già quasi interamente ricoperto il patrimonio di rilevanza nazionale e regionale”, rivela la neo-presidente.
Strategia 2030
Una delle sfide di questa comunità sarà allargare la cerchia dei contributori. Come rileva la massmediologa ed esperta di digitalizzazione Sarah Genner in un recente articolo di swissinfo.ch, “l’80% dei contenuti di Wikipedia sono stati pubblicati dall’1% degli utenti, per lo più uomini bianchi istruiti”. Tendenzialmente, di paesi “dove già si osserva una diffusa presenza di conoscenze e informazioni”.
“L’inclusione e la diversità sono le priorità strategiche di tutto il movimento a livello internazionale”, assicura Iolanda Pensa. “È evidente che avvicinare persone che hanno diversità di vedute e formazione, e sicuramente un numero più alto di donne, è un passaggio importante. Lo si sta facendo con dei gruppi tematici, quindi invitando alla partecipazione, collaborando con associazioni ma anche organizzando degli eventi focalizzati su questo”.
La Strategia Wikimedia 2030Collegamento esterno va anche nella direzione di coinvolgere comunità più piccole, arrivando in tutti i territori. “I contributori partecipano ai progetti raccontando quello che conoscono, che amano. Sono state elaborate diverse rappresentazioni grafiche dalle quali si vede che se hai dei contributori di una certa area geografica, quell’area sarà maggiormente e meglio documentata su Wikipedia”. In questo senso, Wikimedia Italia cercherà di coinvolgere di più tutta l’Italia da nord a sud. “È un tema importante anche per la Svizzera: anche il Ticino è poco attivo sui progetti”.
Iolanda Pensa, ospite di Albachiara venerdì 22 gennaio, propone una carrellata di progetti Wikimedia e si sofferma tra l’altro sulla scelta di vivere di donazioni e non accettare pubblicità.
Tra qualità e apertura
Mentre cerca di crescere, la comunità deve anche proteggere i contenuti già presenti sull’enciclopedia. “Wikipedia è sempre oggetto di tantissimo spam e vandalismo”, incluso quello delle lobby che a poco a poco manipolano i contenuti, rivela Pensa. Per questo è cruciale “una presenza di persone che garantiscano la manutenzione del sistema”. Capita ad esempio di dover imporre un blocco alle modifiche di una voce, specie su temi controversi, perché due o più utenti continuano a correggersi a vicenda. Oppure, semplicemente, segnalare che un articolo non cita sufficienti fonti o non rispetta l’impaginazione.
“All’inizio il progetto aveva veramente un grande bisogno di contributi perché c’era poco, per cui era molto aperto. Nel tempo, con l’aumento dei contributori è stato necessario richiedere maggiore precisione nel creare o modificare articoli, inserendo il riferimento a fonti verificabili e attendibili. Questo garantisce una migliore qualità dei contenuti ma rende più difficile contribuire per gli utenti con meno esperienza”.
Nata a Ginevra da madre svizzera e padre italiano, Iolanda Pensa è cresciuta sul Lago di Como ma ha soggiornato di frequente dai nonni sul Lemano. Dal 2013 lavora alla SUPSI, dove è ricercatrice senior e consulente ‘Open Science’ per il Servizio ricerca, sviluppo e trasferimento della conoscenza.
Il dibattito sulle fonti
Wikipedia non è un fonte primaria. In altre parole, organizza e condivide un sapere già messo per iscritto. Ma affinché l’enciclopedia possa, un giorno, raggiungere un’equa rappresentazione del mondo non è ipotizzabile un’apertura alle fonti orali?
“Nel 2010, Achal Prabhala -un intellettuale indiano che era nel comitato consultivo della Wikimedia Foundation e lavora molto anche in Sudafrica e in Brasile- ha condotto uno studio sull’importanza delle fonti orali e su come Wikipedia potrebbe accoglierle. Accettare delle interviste permetterebbe anche a comunità poco documentate di essere su Wikipedia. Però per noi è veramente fondamentale poter verificare, la nostra è un’enciclopedia, non può essere un progetto nuovo. Diciamo che il dibattito è sempre aperto, non si è arrivati a una posizione definitiva su questo tema”.
A proposito di fonti. Un modo per verificare l’accuratezza di una voce dell’enciclopedia è dare subito un’occhiata in fondo alla pagina, per vedere quanti e quali sono i riferimenti. “Un altro sistema è guardare la cronologia e la vivacità della discussione”, annota Iolanda Pensa. Tutti gli studi dicono che le voci migliori su Wikipedia sono quelle alle quali hanno contributo più persone. Una voce scritta da una sola persona non riceve quella revisione che il lavoro collaborativo produce”.
Attualità e recentismo
Quando si crea o modifica un articolo vanno rispettati due importanti indicazioni: le teorie devono essere consolidate (riconosciute nel loro settore disciplinare) e gli argomenti non soffrire di recentismo (mancanza di una prospettiva storica). Ma su temi come la pandemia, proprio perché attuali, è normale che i lettori si rivolgano a Wikipedia. Che fare?
“Sul Covid è stata creata una task force. Su temi importanti come le emergenze sanitarie non è la prima volta, lo si era fatto anche per ebola. C’è una collaborazione con l’Organizzazione mondiale della sanità in modo tale che i dati siano aggiornati”. E la “strabiliante potenza di traduzione della comunità” -circa 300 lingue- garantisce una diffusione capillare delle informazioni.
“La questione del recentismo”, chiarisce Iolanda, “è più legata alla natura effimera di certi fenomeni. Siamo un’enciclopedia, non un sito di notizie [per le quali c’è WikinewsCollegamento esterno]. Vogliamo che i nostri contenuti e le fonti superino la prova del tempo. La comunità di lingua italiana è più rigorosa da questo punto di vista, forse anche perché è più piccola. Alcuni fenomeni o protagonisti contemporanei sono accolti meglio sulla versione inglese”.
Il libero utilizzo
Una cosa vale per tutte le lingue: l’impatto di Wikipedia sulla cultura in questi vent’anni è inestimabile. Non solo per le centinaia di milioni di persone che ogni mese consultano il sito, ma poiché testi, foto, grafiche e dati sono liberamente riutilizzabili. Sono facili da scaricare e le condizioni d’uso sono poche e chiare.
“È anche questo il bello della comunità, che non lavora solo per se stessa, ma per qualcosa che è oltre noi. Quel che produci per Wikipedia lo produci per tutti, usi commerciali e non commerciali. Questo dà anche l’idea di come possiamo restare nel tempo”.
Iolanda Pensa, ospite di Turné sabato 30 gennaio, sottolinea come Wikipedia sia riuscita a mantenere lo spirito iniziale di un’enciclopedia partecipativa e libera e si sofferma sulla carenza di contributrici.
Il valore dell’enciclopedia libera è anche riconosciuto da molte, importanti istituzioni culturali: “Il primo famoso è stato il British Museum, che ha subito collaborato dando materiali e valorizzandoli. Ma ci sono anche l’Archivio federale svizzeroCollegamento esterno, la Biblioteca nazionale,Collegamento esterno oppure ad esempio il Museo etnografico della Val Verzasca, che ha rilasciato contenuti in licenza libera. A livello internazionale, l’archivio federale statunitense NARA ha addirittura un wikipediano in residenza permanente”.
“Ci sono degli studi sul fatto che Wikipedia è un sito generativo, e cioè che ne ritrovi i contenuti ovunque, anche su Facebook o Google. Sui libri è citatissima”. Ci sono state anche case editrici che hanno pubblicato in versione cartacea e messo in vendita contenuti.
Il numero di riutilizzi sul web, poi, è estremamente esteso e pressoché impossibile da quantificare. “Ma siccome noi non guadagniamo da queste cose, ed è questo il bello di tutti i progetti Wikimedia, alla fine ce ne infischiamo anche un po’”, conclude la nostra interlocutrice. “Per noi contributori e le nostre associazioni è più importante valutare i lettori e che difficoltà hanno, quali esigenze ha la comunità online per dare il suo contributo e quali contenuti possono essere resi migliori”.
*con RSI (Albachiara e Turné del 22 e 30 gennaio)
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