Coronaleaks, le verifiche non si fermano al Dipartimento degli interni
Le commissioni della gestione delle Camere federali hanno deciso di occuparsi della fuga di notizie, allargando le verifiche a tutte le indiscrezioni riguardanti le decisioni del Consiglio federale durante la pandemia nonché alle azioni del Governo per evitarle.
Le commissioni della gestione del Parlamento hanno istituito un gruppo di lavoro di sei persone che dovrà indagare sulle indiscrezioni che hanno riguardato il Dipartimento federale dell’Interno (DFI) di Alain Berset.
L’indagine andrà tuttavia estesa anche a tutte le “soffiate” provenienti dal Consiglio federale e dall’amministrazione riguardanti il periodo della pandemia di coronavirus.
Il servizio del TG di oggi:
Lo ha dichiarato oggi ai media Matthias Michel (PLR/ZG), presidente della Commissione della gestione del Consiglio degli Stati, accompagnato dalla presidente dell’omologa Commissione del Consiglio Nazionale, Prisca Birrer-Heimo (PS/LU). Stando ai due deputati, vista la portata di quanto accaduto, soprattutto a causa della sistematicità di certe indiscrezioni legate alla politica anti-Covid e al coinvolgimento dei media, non deve più ripetersi.
Il commento di Simona Cereghetti:
Circa il gruppo di lavoro, Birrer-Heimo ha dichiarato che si tratta di un piccolo “cenacolo” composto di tre rappresentanti degli Stati e tre del Nazionale, in cui sono rappresentati tutti i partiti, anche quelli che non siedono in Consiglio federale. Insomma, questa volta, tenuto conto delle ripercussioni politiche e istituzionali di questa vicenda, non si è tenuto conto della forza di ogni gruppo parlamentare a Berna. Il fatto di avere anche eletti non rappresentati in governo, ha spiegato la deputata socialista, contribuisce ad apportare uno sguardo diverso su questo affare.
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Prendendo la parola, Michel ha precisato che le commissioni si sono decise per un gruppo di lavoro a causa dei limiti imposti loro: sono infatti in corso procedimenti penali, probabilmente per violazione del segreto d’ufficio. Insomma, il gruppo di lavoro dovrà muoversi rispettando le sue competenze e senza invadere il campo d’azione della giustizia in nome della separazione dei poteri.
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Quanto ai compiti del gruppo, ha aggiunto il “senatore” del canton Zugo, quest’ultimo dovrà stabilire quali e quante soffiate sono giunte dal Consiglio federale in relazione alle decisioni prese riguardo la pandemia, chi ne è all’origine e chi ne ha approfittato. Inoltre, dovrà appurare quali provvedimenti ha adottato Alain Berset per porre fine a tali indiscrezioni e quali il Consiglio federale in corpore.
Michel ha insistito sugli strumenti limitati delle commissioni. Tuttavia non ha escluso che si possano anche esaminare i verbali del Consiglio federale attivando la Delegazione delle Commissioni della gestione dei due rami del parlamento, un istanza che ha questo potere e che si occupa anche di servizi segreti.
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Per gli Stati sono stati scelti Philippe Bauer (PLR/NE), Daniel Fässler (Centro/AI) e Hans Stöckli (PS/BE), per il Nazionale Katja Christ (Vedi liberali/BS), Manuela Weigelt (Verdi/ZG) e Thomas de Courten (UDC/BL), ha aggiunto Birrer-Heimo, spiegando che la “piccola” taglia del gruppo di lavoro si spiega anche con la volontà di mantenere il riserbo evitando fughe di notizie. Il presidente del gruppo di lavoro è Bauer e il suo vice de Courten.
La “Schweiz am Wochenende” ha riferito circa una decina di giorni fa che l’ex capo della comunicazione di Berset, Peter Lauener, aveva ripetutamente passato a Ringier, editore tra l’altro del “Blick”, informazioni confidenziali sulle misure per contrastare il Covid previste dal Consiglio federale.
Il domenicale, secondo proprie informazioni, si basa su e-mail e verbali di interrogatori a disposizione della redazione. Un procuratore federale straordinario ha avviato un procedimento che vede sospettato Lauener e ha interrogato anche Berset.
I parallelismi storici con Urs Altermatt:
Le reazioni dei partiti
Il PS e il PLR accolgono con favore la decisione delle Commissioni della gestione (CdG) di indagare sulle indiscrezioni che hanno riguardato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) diretto dal presidente della Confederazione Alain Berset. L’UDC non si aspetta “risultati sostanziali” e minaccia con una Commissione parlamentare d’inchiesta (CPI).
“Il mandato del gruppo di lavoro delle CdG è così ampio che difficilmente possiamo aspettarci risultati sostanziali entro l’estate”, ha scritto questa sera su Twitter il capogruppo dei democentristi, il consigliere nazionale Thomas Aeschi (ZG). Se per allora non ci sarà un “chiarimento netto” – ad esempio: “Cosa sapeva Alain Berset e quando?” – l’UDC si riserva il diritto di richiedere la costituzione di una CPI.
Anche il PLR ha reagito con un “cinguettio”: il gruppo di lavoro deve “fare chiarezza sulla questione”.
Questa indagine deve includere le “indiscrezioni in tutti i dipartimenti e coprire anche quelle recenti del giornale Schweiz am Wochenende in relazione al procedimento penale in corso condotto da un procuratore straordinario”, ha sottolineato il PS in un comunicato.
Il PS sostiene il rigoroso rispetto della separazione dei poteri, la protezione dei diritti di qualsiasi imputato e accoglie con favore l’inclusione di tutti i gruppi parlamentari nelle indagini, si legge inoltre nella nota.
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