Coronavirus, tre scenari per l’autunno
Il Governo svizzero ha presentato mercoledì la sua strategia per far fronte alla pandemia dopo l'estate.
Individuare rapidamente le varianti del virus più pericolose, proseguire la campagna di vaccinazione e mettere a disposizione risorse sufficienti per i test e il tracciamento dei contatti: sono questi i tre pilastri più importanti della strategia che il Consiglio federale intende seguire nei prossimi mesi nel caso in cui il numero di contaminazioni da Covid-19 torni a salire.
Sono tre gli scenari presi in considerazione dal Governo e tutti partono dal presupposto che il virus non scomparirà, ma diventerà endemico a lungo termine.
Nel primo scenario si ipotizza che il numero di casi rimanga a livelli contenuti e non comporti un carico significativo sul sistema sanitario. In questo caso le misure di protezione verrebbero revocate.
Nel secondo si prevede un aumento delle infezioni in autunno o in inverno, a causa di una percentuale elevata di persone non vaccinate, della revoca delle misure, degli effetti stagionali o della comparsa di nuove varianti di virus più infettive. Sarebbe quindi necessario reintrodurre alcune misure, come l’obbligo di indossare una mascherina o il distanziamento sociale. Potrebbero inoltre essere necessari richiami del vaccino.
Nello scenario tre, emergono una o più nuove varianti di virus contro le quali la protezione offerta dalla vaccinazione o dalla malattia risulta nulla o insufficiente. Sarebbero quindi necessarie misure severe e una nuova vaccinazione.
La pianificazione a medio termine della Confederazione e dei Cantoni si concentra sul secondo scenario. Prima di tutto, la priorità è data all’individuazione rapida delle nuove varianti per limitarne la diffusione. Il Consiglio federale ha già adottato misure precauzionali a tal fine e ha incaricato il Dipartimento federale dell’interno (DFI) di rafforzare il sistema di sorveglianza a questo scopo.
Bisognare pure aumentare la predisposizione della popolazione alla vaccinazione. Un’eventuale recrudescenza del virus in autunno infatti dipenderà in gran parte dalla proporzione di persone immunizzate.
Ci si prepara a richiami del vaccino
A medio termine sarà forse necessario prepararsi a richiami e ad adattare la vaccinazione a nuove varianti. Attualmente si sa che la protezione dura almeno 12 mesi per le forme lievi di Covid-19 e si suppone che sia più duratura per i decorsi gravi, specie negli adulti sani. Il DFI dovrà quindi avviare tempestivamente i preparativi per la pianificazione e l’attuazione delle vaccinazioni di richiamo, con il coinvolgimento delle autorità federali e cantonali.
Il Dipartimento della difesa e della protezione della popolazione continuerà ad occuparsi della logistica dei vaccini fino a quando non potrà essere garantita da canali di distribuzione privati. I cantoni rimangono responsabili dell’organizzazione della vaccinazione e della fornitura delle capacità necessarie.
Il Governo svizzero ha anche deciso mercoledì di trasferire a Covax Facility gran parte dei vaccini AstraZeneca contro il Sars-CoV-2 ordinati dalla Confederazione.
Si tratta di circa 4 milioni di dosi, su un totale di 5,4 milioni. Quelle che resteranno nella Confederazione potranno essere somministrate a persone intolleranti ai vaccini a mRNA o a coloro che vogliono un vaccino alternativo a questi ultimi.
L’iniziativa Covax si prefigge di consentire l’accesso alla diagnosi, ai trattamenti e ai vaccini a 92 Paesi a basso reddito. Nel 2020, la Svizzera ha sostenuto questo progetto con 20 milioni di franchi e in aprile il Governo federale ha stanziato altri 125 milioni di franchi.
Test regolari nelle scuole
L’accesso ai test dovrà essere garantito a tutti. Le capacità di laboratorio devono quindi poter essere aumentate rapidamente in caso di peggioramento della situazione epidemica. I test verranno ridotti in fase di normalizzazione, salvo nelle scuole.
Nei Paesi dove la variante delta è prevalente, si registra un numero superiore alla media di infezioni negli istituti scolastici. Per questo la Confederazione chiede ai cantoni di utilizzare effettuare test regolari in modo che l’insegnamento possa avvenire senza misure restrittive.
Non è ancora chiaro quando sarà possibile vaccinare i bambini sotto i 12 anni poiché non sono ancora disponibili dati per questo gruppo di età. Swissmedic ha finora approvato un vaccino solo per i ragazzi più grandi.
Tracciamento dei contatti sempre di attualità
Anche in caso di normalizzazione della vita sociale, il tracciamento dei contatti rimane una misura importante per isolare rapidamente le persone infette ed evitare che il virus si diffonda, in particolare in caso di comparsa di varianti di virus preoccupanti. È quindi importante che i cantoni mantengano o riattivino rapidamente le capacità per il tracciamento dei contatti.
In caso di incremento è necessario garantire capacità sufficienti negli ospedali. Il sistema sanitario inoltre deve essere in grado di rispondere a un carico aggiuntivo di lavoro causato dagli effetti a lungo termine del Covid-19. L’impatto dell’epidemia e delle misure adottate sulla salute mentale continuerà ad ad essere monitorato.
Quanto alla revoca della situazione d’emergenza, il Consiglio federale ha precisato che avverrà quando la situazione mondiale si sarà normalizzata e non ci sarà più pericolo per la salute pubblica.
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