Da lunedì in Svizzera si torna (un po’) alla normalità
Il Governo elvetico ha deciso mercoledì di procedere a un allentamento delle restrizioni. I ristoranti potranno aprire le loro terrazze e i cinema, i teatri o gli stadi potranno di nuovo accogliere qualche spettatore.
“La situazione epidemiologica resta fragile”, ha sottolineato il ministro della sanità Alain Berset. I casi aumentano e i ricoveri in ospedale pure. Inoltre, quattro dei cinque criteri (incidenza su 14 giorni, tasso di riproduzione…) per eventuali aperture non sono attualmente soddisfatti. Nello stesso tempo, però, la campagna di vaccinazione tra le persone a rischio procede bene. Quasi il 50% degli ultraottantenni e circa il 30% delle persone tra i 70 e i 79 anni sono completamente vaccinati, ha rilevato Berset. Inoltre, nei reparti di terapia intensiva la situazione è relativamente stabile.
Rispetto allo scorso 19 marzo, quando il Governo aveva rinunciato ad ulteriori riaperture, oggi la campagna di vaccinazione come detto progredisce e i test sono stati estesi (con l’introduzione anche di quelli fai-da-te); ciò contribuisce a mantenere la situazione sotto controllo.
Non da ultimo – ma questo aspetto non è stato evocato così esplicitamente da Berset durante la conferenza stampa – parte della popolazione e del mondo economico sta dando segni di una crescente insofferenza verso le restrizioni in atto.
Tutti segnali che hanno spinto il Consiglio federale – malgrado appunto una situazione pandemica non delle migliori – ad allentare i provvedimenti anti-coronavirus.
Tutti i dettagli e le reazioni nell’edizione serale del TG:
Cento spettatori al massimo
Concretamente, le terrazze dei bar e dei ristoranti potranno riaprire da lunedì (ma non i locali interni), rispettando le regole in vigore, così come le palestre, i cinema, i teatri, i locali per i concerti e gli stadi.
Per le manifestazioni con pubblico il numero di spettatori è limitato a 100 persone all’esterno – ad esempio per partite di calcio – e a 50 all’interno.
Le strutture ricreative e del tempo libero, tra cui zoo e giardini botanici, sono di nuovo completamente accessibili – così come lo sono già da settimane negozi e musei – e via libera anche alle attività sportive e culturali al chiuso: un massimo di 15 persone sono autorizzate per eventi privati, attività sportive e culturali, riunioni dei membri di associazioni, visite guidate nei musei e altri eventi nel settore dell’intrattenimento e del tempo libero. Per incontri privati al chiuso rimane per contro in vigore il limite di dieci persone fissato finora.
Nelle scuole universitarie si potrà invece tornare all’insegnamento presenziale. Anche in questo caso sono però stati fissati dei limiti: al massimo 50 persone e un terzo della capienza dei locali.
Rischio calcolato
Il rischio di queste riaperture, ha spiegato Berset, è che possano essere accolte come un segnale per rilassarsi. Ma non è così: “Possiamo fare questi passi perché le misure sono rispettate dalla stragrande maggioranza della popolazione”, ha ribadito, invitando la popolazione a continuare a essere prudente e a farsi testare il più possibile.
Tra soddisfazione e malcontento
L’annuncio degli allentamenti è stato accolto con un misto di soddisfazione e di malcontento. Gastrosuisse, l’associazione ombrello degli esercenti, parla di un passo che va nella giusta direzione. La misura, però, “è troppo esitante e non migliora la situazione del settore”.
Anche l’Unione svizzera delle arti e mestieri, che negli scorsi giorni aveva chiesto la fine immediata del lockdown, critica il Consiglio federale per la sua “gestione esitante” della crisi e definisce le misure odierne “puramente simboliche”.
Molto meno drastica la reazione di economiesuisse, l’altra grande associazione dell’economia elvetica, che parla di “cauti passi giustificati”.
Per la Conferenza delle direttrici e dei direttori cantonali della sanità, la prudenza con cui ha agito il Governo è pure giustificata, visto che la situazione è ancora instabile dal punto di vista epidemiologico.
Anche tra i partiti le reazioni divergono. L’Unione democratica di centro (destra conservatrice), che a più riprese ha chiesto allentamenti, ha sottolineato che la pressione sul Governo e in particolare sui due esponenti del Partito liberale radicale ha pagato. Per l’UDC bisogna però fare di più, poiché il ritmo delle riaperture lascia molto a desiderare. Il Consiglio federale – scrive il partito – deve porre fine immediatamente al lockdown e aprire tutti i settori su un piano di parità.
Secondo il Partito liberale radicale (destra), il Governo ha dato prova di buon senso, mettendo fine a una situazione “assurda”, che permetteva ai take-away di funzionare ma non alle terrazze dei ristoranti.
Anche il Centro ha accolto con favore la decisione dell’esecutivo, poiché offre nuove prospettive. Occorrerà “un po’ più di pazienza per l’apertura generale”, dato che i criteri necessari non sono ancora stati soddisfatti per fare questo passo, annota l’ex Partito popolare democratico.
Di tutt’altro tenore la reazione dei Verdi. Secondo il presidente Balthasar Glättli, le riaperture sono “irresponsabili e mettono in gioco i successi” raggiunti negli ultimi tempi.
tvsvizzera.it/mar/ats con RSI (TG del 14.4.2021)
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