Una pandemia “ancora lontana dalla fine”
L'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) mette in guardia: la pandemia di Covid-19 è lungi dall'essere finita e in alcune regioni sta perfino accelerando. In Europa la situazione sembra per contro essersi stabilizzata. Tuttavia, come dimostra l'esempio di Leicester, dove martedì è stato di nuovo instaurato il confinamento, la comparsa di nuovi focolai è un'ipotesi molto concreta.
La soglia di più di mezzo milione di morti e di dieci milioni di casi nel mondo è ormai stata superata. Il virus continua a propagarsi velocemente negli Stati Uniti e in Sudamerica e sembra riprendere vigore in Cina.
“Vorremmo tutti che ciò finisse. Vorremmo riprendere la nostra vita normale. La dura realtà è però che siamo ancora lontani dalla fine”, ha dichiarato martedì il direttore dell’OMS Tedros Adhanom Ghebreyesus, sottolineando che in alcune regioni la pandemia “sta accelerando”.
Gli Stati Uniti continuano ad essere il paese più colpito, con oltre 2,6 milioni di contagi e più di 127’000 decessi. Seguono il Brasile (1,4 milioni di casi e quasi 60’000 morti), la Russia (646’000/9’300) e l’India (585’000/17’400).
Nei paesi europei il numero di nuovi contagi e di decessi è ormai da qualche settimana a un livello basso rispetto all’apice di marzo e aprile. Tuttavia, la comparsa di nuovi focolai, come quello in Germania poco più di una settimana fa, ricorda a tutti che il rischio di una seconda ondata deve essere preso sul serio.
Nel Regno Unito, ad essere colpita in questi giorni è invece Leicester. Dopo un forte aumento dei test positivi (il 29% di quelli eseguiti nelle ultime due settimane), il Governo di Boris Johnson non ha esitato a reintrodurre da martedì un confinamento stretto, chiudendo i negozi non essenziali, le scuole, vietando i viaggi non indispensabili e ritardando di due settimane la riapertura (prevista nel resto del paese per il 4 luglio) di pub, ristoranti e alberghi.
Il servizio del corrispondente della RSI a Londra:
tvsvizzera.it/mar con RSI (TG del 30.6.2020)
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