L'Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), su raccomandazione della Task Force scientifica sul Covid-19, ha sottoscritto un contratto per la prenotazione della pillola antivirale Molnupiravir, che promette di essere efficace contro il coronavirus.
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tvsvizzera.it/mrj con Keystone-ATS
È prevista una fornitura di un massimo di 8’640 confezioni del farmaco, che è prodotto dall’azienda svizzera MSD Merck Sharp & Dohme AG e che dovrebbe essere disponibile al più tardi entro gennaio 2022. Una confezione serve a curare un paziente, ha precisato un portavoce dell’UFSP all’agenzia Keystone-ATS.
Uno studio clinico – precisa l’UFSP in una nota – ha mostrato l’efficacia del preparato da assumere per via orale “nei pazienti Covid-19 non ospedalizzati che presentano un rischio elevato di decorso grave della malattia”.
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In Svizzera questa pillola non è ancora stata omologata, ma con un adeguamento della relativa ordinanza questo non sarà un problema: il preparato potrà così essere impiegato già durante la procedura di omologazione in corso, scrive ancora l’UFSP.
Per quanto riguarda i costi, la Confederazione assumerà quelli del trattamento nel settore ambulatoriale finché non saranno rimborsati dall’assicurazione malattia obbligatoria.
Il Molnupiravir va ad aggiungersi così ad altri trattamenti già disponibili: gli anticorpi monoclonali Casirivimab/Imdevimab e Sotrovimab.
Una buona notizia, insomma, che giunge lo stesso giorno in cui Berna tira il campanello d’allarme. La pressione sulle strutture sanitarie svizzere sta aumentando: nelle ultime 24 ore sono state ospedalizzate 95 persone e quasi un posto su cinque nei reparti di cure intensive è occupato da pazienti Covid. Stando agli esperti dell’UFSP, a questo ritmo a metà dicembre la Confederazione si ritroverà nella stessa situazione dell’Austria, che è in lockdown da lunedì.
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Se le previsioni dovessero concretizzarsi, a metà del prossimo mese dicembre 300 persone si troveranno in cure intense a causa del Covid-19 e la categoria più a rischio sono gli anziani. Sono 200’000 quelli che hanno già ricevuto la dose di richiamo per ripristinare la protezione dai decorsi gravi, ma altri sono ancora in attesa. “La terza dose migliora la protezione. Ora è importante che tutto sia chiarito a livello di sicurezza e che si prema sull’acceleratore” spiega Tanja Stadler, presidente della Task Force.
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