A che punto è la vaccinazione in Svizzera?
Quasi otto persone su 100 hanno ricevuto finora almeno una dose di vaccino contro la Sars-CoV-2. Le pressioni su Swissmedic, l'autorità di omologazione dei farmaci elvetica, nel frattempo aumentano.
In Svizzera, stando ai dati pubblicati il 21 febbraio, sono state somministrate 675’556 dosi di uno dei due vaccini omologati (quelli di Moderna e di Pfizer-BioNTech), pari a una proporzione di 7,81 ogni 100 abitanti. Le persone completamente vaccinate (ossia due dosi) erano invece 173’407.
Il dato è più o meno in linea con quello della maggior parte dei Paesi europei. In Italia, ad esempio, il tasso era del 5,97% (22 febbraio) e in Germania del 6,23%. Solo in una manciata di Stati la vaccinazione procede in modo più spedito: in Israele, l’87% della popolazione ha ricevuto almeno una dose, mentre in Europa è la Gran Bretagna ad essere molto in avanti, con una proporzione del 27%.
L’obiettivo della campagna svizzera di vaccinazione è di riuscire a immunizzare sei milioni di persone entro fine giugno, ciò che significherebbe 70’000 vaccinazioni al giorno. Un ritmo che molti ritengono troppo ottimista, visto che attualmente si aggira attorno alle 20’000 persone al giorno.
Per il momento, dopo le persone che risiedono nelle case di riposo, gli sforzi si concentrano su chi ha più di 75 anni. Poi entro fine marzo dovrebbero essere vaccinate almeno il 70% delle persone di più di 65 anni.
Come dappertutto, le dosi arrivano a rilento
Come nella maggior parte degli altri Paesi, il problema è dovuto alla lentezza nella fornitura dei vaccini. Una situazione che sta mettendo una certa pressione su Swissmedic, l’ente responsabile dell’omologazione dei farmaci in Svizzera. Da più parti si chiede infatti che la procedura per l’autorizzazione di altri vaccini venga accelerata.
Quello prodotto da AstraZeneca, di cui la Svizzera si è assicurato 5,3 milioni di dosi, non è ancora stato omologato, poiché mancano dati soprattutto per le persone di più di 65 anni. Nel caso in cui non venisse autorizzato, le dosi ordinate dalla Confederazione potrebbero essere rivendute ad altri Paesi che lo hanno omologato, stando a quanto ventilato recentemente dall’Ufficio federale della sanità pubblica.
Per quanto concerne il vaccino russo Sputnik V, Swissmedic non ha per ora ricevuto alcuna richiesta, come indica nell’intervista al TG Federico Cimini, capo ispettorato dell’autorità di controllo.
In Ticino, intanto, la campagna di somministrazione nelle case per anziani è ormai terminata e si entra ora nella seconda fase, con appunto il focus sugli over 65.
Il dispositivo sarà ulteriormente potenziato con l’apertura, il 3 marzo prossimo, di un maxi centro cantonale di vaccinazione a Giubiasco.
tvsvizzera.it/mar
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