Un passaporto, cento interrogativi
Il progetto di Covid Pass della provincia autonoma di Bolzano, già operativo, è oggetto di un'istruttoria aperta dal Garante della privacy.
La provincia autonoma di BolzanoCollegamento esterno, in Italia, è stata ad esempio la prima a rendere disponibile il “corona pass”, un passaporto vaccinale che autorizza chi lo possiede ad accedere a determinate aree (ristoranti al chiuso) o a compiere attività (nuoto o altri sport di contatto) non consentite agli altri.
Si tratta di un semplice QR code che il gestore dell’attività può “leggere” con il suo smartphone e verificare la non contagiosità della persona.
Per ottenere il codice è necessario essere in una di queste tre condizioni: aver completato un ciclo di vaccinazione (2 dosi), essere guariti dal Covid o aver fatto un tampone antigenico nelle 72 ore precedenti.
“Lo screening collegato al corona-pass sta funzionando – ha detto il presidente della Provincia autonoma di Bolzano, Arno KompatscherCollegamento esterno – lo abbiamo fatto prima che altrove e i risultati già si vedono”.
Tuttavia, in Italia, si è acceso il dibattito sulle disuguaglianze che il corona pass creerebbe nei diritti dei cittadini. Il Garante per la Privacy ha aperto un’istruttoria per verificare la legittimità del progetto.
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