Crac Parmalat, consulente condannato per riciclaggio in Svizzera
Un ex manager di Bank of America è stato condannato a una pena pecuniaria (sospesa) e alla restituzione di 17 milioni di dollari nel filone luganese del vasto procedimento sul dissesto finanziario di Parmalat.
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tvsvizzera.it/spal
Il Tribunale penale federale (TPF) ha riconosciuto Luca Sala colpevole di riciclaggio aggravato per aver riciclato in Svizzera, tra il 2000 e il 2003, 52 milioni di euro provenienti dai conti riconducibili al gruppo agroalimentare emiliano, che all’epoca si trovava alla vigilia del fallimento.
Secondo i giudici federali l’ex dirigente della banca statunitense, divenuto nel frattempo consulente della Parmalat, avrebbe dovuto sospettare che i capitali che aveva trasferito nella Confederazione fossero di origine illegale.
Oltre 500 operazioni sospette
A Luca Sala erano imputate nello specifico 501 operazioni di riciclaggio, divenute poi solo 212 per intervenuta prescrizione: in 81 di questi casi la corte federale ha accertato la sussistenza del reato di riciclaggio aggravato, per gli altri è stato invece assolto con la formula in dubio pro reo.
Ora il manager, che potrà comunque ancora appellarsi al Tribunale federale, è chiamato a restituire 17 milioni di dollari all’azienda emiliana – che è stata nel frattempo rilevata dalla francese Lactalis – che ne aveva chiesti 50 (a questo scopo l’autorità giudiziaria ha bloccato i suoi conti per un importo di circa 9 milioni di franchi).
In precedenza, sempre nell’ambito del complesso e intricato filone elvetico, il dirigente era stato prosciolto per tre volte dall’accusa più grave dal Tribunale federale, che aveva rinviato gli atti a un’ulteriore corte: nell’ultimo caso però la Procura federale aveva ricorso contro il verdetto alla neonata corte d’appello del TPF che, come detto, lo ha riconosciuto colpevole di riciclaggio aggravato.
Condanna in primo grado a Parma
Ma i guai giudiziari per Luca Sala non finiscono qui: in Italia è stato infatti condannato in primo grado a una pena di 7 anni di carcere, insieme ad altri due dirigenti di Bank of America, per bancarotta fraudolenta impropria.
Pena inflitta in relazione ai finanziamenti delle attività di Parmalat in Sudamerica, quando il gruppo agroalimentare versava già in grosse difficoltà.
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