Crea imbarazzi a Berna la dipendenza dall’uranio russo
Non è solo la dipendenza dal gas russo a creare problemi al fabbisogno energetico della Confederazione. Anche il settore nucleare si approvvigiona da imprese di Mosca e le implicazioni di questa scelta sollevano più di un interrogativo.
Nell’edizione di mercoledì di Rundschau, trasmissione della Radiotelevisione svizzera SRF è stato infatti riferito che gli impianti di Beznau e Leibstadt, nel Canton Argovia, si riforniscono in Russia. La totalità dell’uranio utilizzato nella prima centrale e la metà nella seconda sono acquistati dal paese belligerante, a testimonianza dei vasti rapporti commerciali e industriali che intercorrono con Mosca.
L’Axpo, società proprietaria dei due impianti atomici, ha fatto sapere che non stipulerà nuovi contratti con Rosatom, l’azienda statale che rifornisce il materiale fissile necessario, ma verranno rispettati gli impegni correnti (vale a dire fino al 2025 per Leibstadt e 2030 per Beznau).
In proposito viene poi evidenziato che Rosatom non è stata finora colpita dalle sanzioni internazionali, in seguito al conflitto ucraino. E il gestore promette comunque di rivedere le relazioni con il partner russo.
Intanto però le pressioni, anche nel mondo politico, stanno aumentando. Rosatom produce infatti le testate nucleari dei missili intercontinentali di Mosca e proprio nelle scorse settimane i suoi tecnici sono intervenuti nella centrale nucleare ucraina di Zaporischia, proprio il giorno successivo alla sua conquista da parte dell’esercito russo.
La questione della dipendenza elvetica dall’uranio russo resta quindi d’attualità ad avere sviluppi.
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