Cuba si apre un po’ di più all’economia di mercato
A Cuba la pandemia di coronavirus è sotto controllo, ma il virus ha accelerato la crisi economica: una situazione che ha spinto il governo ad aprirsi un po' di più all'economia di mercato. Intanto, il ministro degli Esteri ha fortemente criticato Mike Pompeo, che aveva accusato Cuba di "svolgere traffici" con l'assistenza medica che il Paese offre nel quadro della pandemia di coronavirus.
Per il ministro Bruno Rodríguez, le accuse del segretario di Stato statunitense sono pretestuose e a fini elettorali. “Pompeo calunnia la cooperazione medica internazionale nell’ambito della pandemia da Covid-19 come pretesto per inasprire l’embargo a Cuba”, ha twittato giovedì. “Distrae l’attenzione […] dalla cattiva gestione realizzata negli USA che sta arrivando a cinque milioni di casi e a 162’000 morti”.
Mercoledì, in una conferenza stampa a Washington, il capo della diplomazia USA aveva dichiarato che è “scandaloso che il Consiglio dei Diritti umani [dell’Onu] offra un seggio a una dittatura brutale che svolge traffici con i propri medici con il pretesto di missioni umanitarie”.
La risposta alla crisi
A pesare di più, sull’economia cubana, è il drastico calo del turismo internazionale, che ha fatto crollare l’entrata di valuta straniera.
Tra il 10 e il 15% dei cubani vivono all’estero e i trasferimenti di denaro ai parenti in patria sono un altro pilastro dell’economia.
Per far fronte alla crisi, nel corso del mese di luglio sono state introdotte alcune novità, per gli imprenditori ma non solo
Si è aperto il primo mercato all’ingrosso dove i clienti sono titolari di imprese private come ristoranti, mentre 72 dei 5’000 negozi stati hanno iniziato ad accettare soltanto dollari statunitensi, valuta sulla quale le banche non sono più tenute ad applicare una tassa del 10%.
Nel reportage della RSI da Cuba, le voci del ministro del Commercio estero e di due imprenditori.
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