Il Ministero pubblico della Confederazione ha avviato, su autorizzazione del Consiglio federale, un procedimento penale per spionaggio politico ai danni di rappresentanti di comunità turche in Svizzera. Già tese, questo fatto potrebbe ulteriormente esacerbare le relazioni tra i due paesi. La testimonianza di un ex spia turca.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Un portavoce della procura federale ha indicato che le autorità competenti hanno chiesto il benestare del Consiglio federale prima di agire: dopo che quest’ultimo, per voce del Dipartimento federale di giustizia e polizia ha concesso la sua autorizzazione, lo scorso 16 marzo il Ministero pubblico ha aperto un procedimento penale per sospetto spionaggio politico. La procura non ha voluto fornire altre informazioni in merito, visto che si tratta di un dossier tuttora pendente.
A metà marzo diversi media avevano riferito di attività di spionaggio all’Università di Zurigo ai danni di cittadini turchi critici nei confronti del governo di Recep Tayyip Erdogan. I fatti risalivano all’11 gennaio, quando – secondo quanto riferito da un dottorando a “Tages-Anzeiger” e “Der Bund” – due uomini si sono presentati a un seminario storico dell’ateneo zurighese dedicato al genocidio Armeno e hanno fotografato con il loro cellulare tutti i presenti.
In modo ancora più sfrontato avrebbero agito in dicembre, nell’Aula magna dell’università, altre spie turche durante una manifestazione in omaggio al lavoro di Can Dündar, ex direttore del quotidiano laico turco Cumhuriyet e fiero oppositore del presidente Erdogan. I due avrebbero fotografato una dopo l’altra le persone presenti.
Il 10 marzo infine, i Verdi svizzeri hanno pubblicato sul loro sito online un documento interno dell’ambasciata turca a Berna che invitava a tenere d’occhio le istituzioni e le associazioni che sembrano avere un legame con Fethullah Gülen, il predicatore accusato dal presidente turco Erdogan di aver orchestrato il fallito golpe dello scorso luglio.
Il tema, decisamente scottante, è stato discusso a Berna dal responsabile della diplomazia elvetica Didier Burkhalter e dal suo omologo turco Mevlüt Cavusoglu. Il capo del Dipartimento federale degli affari esteri ha in particolare riferito al collega di Ankara che la Svizzera esaminerà attentamente eventuali indizi relativi ad attività illecite di spionaggio. Si tratta di attività illegali, lesive dell’articolo 272 del codice penale, che sarebbero opera in particolare della Fondazione turco-islamica svizzera (Türkisch-Islamische Stiftung Schweiz, Tiss) e dell’Unione dei democratici turco-europei (Union Europäisch-Türkischer Demokraten, UETD).
Spie turche anche in Germania
Il servizio di sicurezza turco Mit avrebbe spiato almeno 300 turchi che vivono in Germania, raccogliendo illegalmente informazioni e foto nei loro confronti. Lo rivela la Süddeutsche Zeitung, scrivendo che, a margine della Conferenza sulla sicurezza di Monaco dello scorso febbraio, il capo del Mit avrebbe fornito a quello dell’intelligence tedesca Bruno Kahl una lista con almeno 300 nomi di turchi sospettati di far parte del movimento del predicatore Gulen, che secondo Ankara è dietro il colpo di Stato dell’estate scorsa. La lista conterrebbe, secondo il quotidiano, anche 200 nomi di associazioni, scuole e asili gestite dal movimento gulenista.
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