Cure intense sotto pressione in alcuni cantoni
Preoccupa in Svizzera l'aumento dei ricoveri, in particolare nelle cure intense, dei malati di Covid-19 e le prospettive per l'autunno non sono troppo incoraggianti: gli esperti della commissione federale insistono nel sollecitare gli indecisi a vaccinarsi per evitare decorsi indesiderati della malattia.
In Turgovia e nei cantoni romandi si stanno esaurendo i letti nei reparti di terapia intensiva: i pazienti vengono trasferiti nei nosocomi dei cantoni vicini e gli interventi meno urgenti hanno iniziato ad essere procrastinati, come avvenuto al culmine delle precedenti ondate pandemiche.
Secondo quanto ha osservato martedì Virginie Masserey dell’Ufficio federale della sanità pubblica (Ufsp), diversi studi hanno ormai provato che la trasmissione del virus tra i vaccinati – specie in famiglia – si riduce fino al 70-90% e il virus rimane meno a lungo nelle vie respiratorie (e in generale nell’organismo). Inoltre, viene rilevato come il vaccino fornisca una copertura migliore rispetto all’infezione, soprattutto riguardo alle sue forme gravi: le persone vaccinate ricoverate in ospedale sono infatti quasi tutti anziani con malattie pregresse.
Al momento nella Confederazione è stato vaccinato con due dosi il 52% della popolazione (il 62% degli adulti e il 18% dei giovani tra i 12 e i 17 anni). Dopo il rallentamento in estate le immunizzazioni sono riprese a ritmo sostenuto e ora si sottopongono all’iniezione preventiva 22’000 persone al giorno.
Da parte sua Linda Nartey, vicepresidente dell’Associazione dei medici cantonali, ha lamentato la carenza di personale nei reparti acuti e un’incidenza dell’infezione superiore rispetto ai Paesi vicini.
Intanto in questi giorni si dovranno esprimere sulle nuove proposte avanzate dal governo federale, in particolare sull’estensione del certificato Covid nei bar e nei ristoranti mentre l’acceso dibattito sull’obbligo vaccinale è stato rinfocolato dalla decisione dell’Ospedale universitario di Ginevra (Hug) che impone ora la vaccinazione completa ai nuovi assunti.
Il personale sanitario è già oggi obbligato a vaccinarsi, ad esempio contro l’epatite B o contro la pertosse o il morbillo, se si lavora in pediatria, ha rilevato in proposito il direttore dell’Hug Bertrand Levrat, nel servizio del Tg che segue.
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