L’Europa ora deve camminare da sola
Degli Stati Uniti di Donald Trump non ci si può fidare. Angela Merkel non usa giri di parole per spiegare come le alleanze globali non sono più affidabili come un tempo, "me ne sono accorta negli ultimi giorni".
Giorni trascorsi fra il vertice Nato e il G7, che hanno segnato l’esordio sul palcoscenico internazionale del presidente americano. Un esordio in cui Trump ha mostrato le profonde differenze fra gli Stati Uniti e i suoi alleati. La prova più lampante sono le divisioni sul clima, con un comunicato finale del G7 che ha fatto emergere un ‘sei contro uno’.
Una nuova America
Una mossa nell’aria da tempo e che al G7 è emersa con prepotenza, mostrando il nuovo volto, quello dell’era Trump, degli Stati Uniti. E alla cancelliera tedesca non è sfuggito: senza nominare espressamente gli Stati Uniti, Merkel dice senza mezzi termini che “i tempi in cui si poteva fare pieno affidamento sugli altri sono passati da un bel pezzo, questo l’ho capito negli ultimi giorni. Noi europei dobbiamo prendere il nostro destino nelle nostre mani”. Il riferimento di Merkel non è solo al clima, ma anche alla Nato con Trump che non ha appoggiato esplicitamente l’articolo cinque dell’alleanza, quello sull’impegno alla mutua difesa.
Bran Bretagna nel mirino
Nel mirino della cancelliera c’è anche la Gran Bretagna con una Brexit che significa girare le spalle all’Europa, lasciando comunque spazio a nuove alleanze ed equilibri nel Vecchio Continente. “È ovvio che dobbiamo avere rapporti amichevoli con gli Stati Uniti, con la Gran Bretagna e con altri vicini inclusa la Russia, ma dobbiamo combattere da soli per il nostro futuro”, dice Merkel, guardando con interesse al nuovo presidente francese Emmanuel Macron che, come Trump, ha fatto il suo esordio internazionale con il vertice Nato e il G7. Uno sguardo attento alla ricerca di intese per un ‘nuovo piano’ per l’Europa, che Merkel vorrebbe portare avanti dopo le elezioni tedesche.
“È stato un successo”
Trump esulta per il suo viaggio all’estero: “è stato un successo per l’America”. Ma tutta l’attenzione è sulla posizione ufficiale americana sul clima, che il presidente ha annunciato in settimana. Trump ha più volte ribadito, anche in campagna elettorale, che l’accordo di Parigi così come le eccessive norme sul clima siano un danno per l’economia. E per un presidente-amministratore delegato che ha fatto della politica ‘America First’ la sua priorità, la crescita economica è più importante del clima. Un addio all’intesa rischia di mettere gli Stati Uniti in rotta di collisione con il resto del mondo, rafforzando indirettamente la posizione della Cina come interlocutore che l’accordo di Parigi lo ha sottoscritto e intende rispettarlo.
La decisione sul clima, attesa a giorni, potrebbe essere un termometro dei nuovi equilibri alla Casa Bianca travolta dal Russiagate. Un’uscita potrebbe indicare la nuova ascesa di Steve Bannon, lo stratega depotenziato di recente che potrebbe però ‘approfittare’ dello scandalo di Jared Kushner, uno dei più stretti collaboratori di Trump. Se la decisione fosse quella di restare nell’accordo sarebbe invece una vittoria per Ivanka e l’area più moderata della Casa Bianca.
In conformità con gli standard di JTI
Altri sviluppi: SWI swissinfo.ch certificato dalla Journalism Trust Initiative
Se volete segnalare errori fattuali, inviateci un’e-mail all’indirizzo tvsvizzera@swissinfo.ch.