Dalla prenotazione al pedaggio, il traffico al San Gottardo è ancora in cerca di soluzioni
Che siano festività o vacanze, le colonne sulla A2 non mancano mai. Ora però, il Canton Uri si rivolge a Berna proponendo l’attraversamento della galleria su prenotazione, e anche da Zurigo arrivano idee a favore della popolazione locale.
Colonne e disagi. Disagi e colonne. Ai quali, talvolta, si aggiungono anche incidenti o manifestanti per il clima che contribuiscono a bloccare ulteriormente il transito all’interno delle gallerie autostradali del Paese. E in particolare in quella del San Gottardo che, trovandosi sulla principale arteria di collegamento internazionale, ossia l’asse Nord-Sud, è già di per sé sollecitata.
Ne segue una comprensibile insoddisfazione nei confronti del traffico da parte delle regioni interessate, come lo sono in questo caso i cantoni Uri e Ticino. Oltre a subire l’inquinamento acustico e atmosferico, i territori a ridosso della montagna si ritrovano spesso intasati anche sulle strade cantonali, dove gli automobilisti si riversano in cerca di scorciatoie nei momenti di forte afflusso sulla A2.
Un problema ricorrente
Una situazione che, nelle fila dei decenni, crea ciclicamente picchi di proteste e proposte di risoluzione del problema. Come quella emersa agli onori della cronaca parlamentare negli scorsi giorni. All’unanimità, il Parlamento cantonale di Uri ha infatti approvato una mozioneCollegamento esterno con cui chiede, tra le altre cose, di introdurre un sistema di prenotazione digitale per i mezzi in transito come condizione per attraversare il traforo autostradale.
Nel corso del 2022, sono stati in media 18’600 i veicoli che ogni giorno hanno attraversato la galleria del San Gottardo, con picchi che hanno superato i 24’000 mezzi quotidiani nel mese di agosto. Di questi 18’000 e rotti, gli autocarri sono in media 2’257 al giorno.
Oggi ai portali c’è un cantiere, l’apertura di una seconda galleria autostradale è infatti prevista per il 2029. Ma il secondo tubo non dovrebbe rendere più fluido il traffico visto che la capacità, per legge, dovrà rimanere la stessa, ovvero 1’000 auto e 150 camion all’ora al massimo.
L’atto parlamentare, di fatto, chiede così al Governo cantonale di elaborare un’iniziativa da sottoporre poi – essendo le autostrade gestite a livello nazionale – al legislativo federale. La proposta auspica l’introduzione di “slot”, ossia un sistema di prenotazione online che permetta il transito in precise finestre orarie.
Se un’automobilista dovesse arrivare in ritardo o senza annunciarsi, dovrà pazientemente aspettare il proprio turno.
Un’idea praticabile ma…
Se da un punto di vista legale, un sistema come quello delle prenotazioni sembra essere possibile; dall’altra, la sua attuazione fa emergere più di qualche dubbio. Progetti simili erano già stati accettati in passato riguardo al transito di camion, ma non si è mai riusciti concretamente a metterli in pratica.
L’idea ha trovato l’accordo dei politici locali di tutte le fazioni ed è sostenuta anche dalla popolazione, che ha firmato una petizione in tal senso.
Durante il periodo pasquale, la polizia urana ha inoltre già testato alcune misure per tenere sotto controllo il traffico generato da chi esce dall’autostrada. Non appena le auto hanno iniziato a incolonnarsi davanti al portale nord del San Gottardo, le autorità hanno chiuso gli svincoli di Göschenen, Wassen e Amsteg.
Tuttavia, questa idea non è piaciuta a tutti, al settore alberghiero e gastronomico in primis, dato che si è sentito penalizzato. “Sebbene l’USTRA (Ufficio federale delle strade, ndr.) e la polizia cantonale di Uri stiano cercando di migliorare la situazione, ciò può al massimo attenuarne le conseguenze, ma il problema rimane” scrive il deputato liberale radicale all’origine della mozione Ludwig Loretz.
A sostenerlo, tra gli altri, è anche Massimo Filippini, professore ordinario al Politecnico di Zurigo e all’Università di Lugano, specializzato nel campo dell’economia e politica dell’ambiente e dell’energia, dell’economia pubblica: “La proposta fatta dal Canton Uri è, per questioni pratiche e logistiche, difficilmente realizzabile. Inoltre, non è così interessante da un punto di vista economico. Penso che questa iniziativa sia stata formulata più per provocare una discussione sul tema delle code al San Gottardo che non per essere realizzata”.
“Meglio il road pricing”
Riferendosi poi a soluzione ritenute più plausibili per ovviare al problema, il professore aggiunge: “Da un punto di vista economico, il sistema più efficiente è quello d’introdurre un pedaggio, vale a dire un prezzo che vari a seconda del volume di traffico presente ai portali del tunnel. Quindi, prezzi differenti in base ai differenti momenti della giornata, della settimana e del mese. Probabilmente, durante la maggior parte dei giorni dell’anno il prezzo sarebbe molto basso o uguale a zero. Solo nei periodi di punta ci sarebbe un prezzo alto, che dovrebbe indicare agli automobilisti la presenza di scarsità nella capacità di attraversamento del tunnel e quindi indurli a scegliere un’altra ora o un altro giorno. In inglese ci si riferisce a questo meccanismo con il termine road pricing”.
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Pagare per passare
Sistemi simili, vale a dire di pedaggio per l’attraversamento di gallerie importanti, esistono già, per esempio, tra Francia e Italia o anche tra Svizzera e Italia. Nel primo caso, l’attraversamento del Monte BiancoCollegamento esterno può costare dai 34 franchi circa, a tratta, per una moto, ai 190 per i camion alti più di 3 metri. Nel secondo caso, parlando del traforo del Gran San BernardoCollegamento esterno, i prezzi variano dai 18,50 ai 186,50 franchi a tratta.
Contrariamente a quanto suggerito dal professor Filippini si tratta però di prezzi fissi e non variabili in funzione del flusso.
Un progetto sempre attuale ma mai accettato
La proposta di applicare una tassa per il passaggio attraverso la galleria non è però nuova nemmeno in Svizzera. Facendo una ricercaCollegamento esterno con le parole chiave “pedaggio al San Gottardo” sul sito del Parlamento federale, la lista dei risultati legati ad atti parlamentari presentati negli anni è lunghissima. Finora, nessuno di questi ha avuto successo.
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Il tema però non ha affatto l’aria di passare di attualità: è notizia di questi giorni che la consigliera nazionale zurighese Corina Gredig stia preparando un nuovo testo volto alla riscossione di un contributo per l’attraversamento del tunnel, da sottoporre al legislativo federale.
Dalle colonne del BlickCollegamento esterno, la deputata verde liberale propone tariffe diverse in base al momento del passaggio ed eccezioni per gli abitanti di Ticino e Uri, affinché non restino isolati. Prevenendo una critica plausibile al progetto, Gredig precisa inoltre che, in base a una rispostaCollegamento esterno data in passato dal Consiglio federale, l’introduzione di pedaggi non richiederebbe un adeguamento della Costituzione federale a meno che non venga attuato a tutte le gallerie transalpine. Un argomento, insomma, tutt’altro che chiuso.
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