Il presidente americano Donald Trump impone dazi doganali su un centinaio di categorie di prodotti cinesi, dalle calzature all’elettronica, per un valore stimato in 60 miliardi di dollari. Una ritorsione contro quella che viene definita l’aggressione economica della Cina.
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Donald Trump ha firmato alla Casa Bianca il memorandum che ha come obiettivo tariffe ed altre sanzioni per un valore annuo di almeno 60 miliardi di dollari (56 miliardi di franchi) contro la Cina, accusata di rubare agli Usa segreti tecnologici e commerciali, privando le società americane di ricavi per miliardi di dollari e cancellando migliaia di posti di lavoro.
Le misure colpiranno l’import cinese in circa cento categorie commerciali e imporranno restrizioni agli investimenti cinesi negli Usa.
Trump ha detto di aver un “rispetto enorme” per il presidente cinese Xi Jinping e che vede Pechino come “un amico” ma che il deficit commerciale americano con la Cina è “troppo alto”, giustificando così le contromisure commerciali.
In pratica l’amministrazione statunitense proporrà di aumentare del 25% le tariffe su certi prodotti che sono sostenuti da Pechino con politiche industriali ritenute scorrette. I settori interessati comprendono l’aerospaziale, le tecnologie dell’informazione e della comunicazione, i macchinari.
Dazi su alluminio e acciaio, esclusa l’Ue
Gli Stati Uniti esenteranno per il momento una serie di alleati tra cui Europa, Australia, Corea del Sud, Argentina e Brasile dai dazi su acciaio e alluminio che entreranno in vigore stanotte. Lo ha detto il rappresentante al commercio degli Usa Robert Lighthizer.
“Il presidente Donald Trump ha deciso di sospendere l’imposizione dei dazi rispetto a questi paesi”, ha detto oggi Lighthizer alla commissione delle finanze del Senato, secondo quanto riporta l’agenzia stampa finanziaria Bloomberg.
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