Sospeso l’espianto degli ulivi in Puglia
Grida "vittoria" il Comitato "No Tap" dopo il momentaneo stop all'espianto degli ulivi deciso dal Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio che ha accolto la richiesta di sospensiva avanzata dalla Regione Puglia. Ma il Tar ricorda che le modalità di realizzazione sono da ritenersi definitivamente approvate.
L’ente regionale aveva chiesto ai giudici amministrativi l’annullamento delle note del Ministero dell’Ambiente italiano che autorizzava Tap all’espianto degli ulivi nell’area del cantiere di Melendugno. Il Tar ha deciso di verificare i motivi alla base del ricorso e ha così sospeso l’efficacia dei provvedimenti in attesa della discussione di merito fissata per il 19 aprile.
Tap, da parte sua, spiega che si atterrà alla decisione, ma fa notare che i 43 alberi bloccati nel cantiere, nel quale non è possibile accedere a causa della presenza dei manifestanti più violenti, “necessitano urgentemente di cure”.
La decisione del Tar è arrivata dopo che le frange più violente degli attivisti, la notte scorsa, avevano innalzato barricate con massi e cancellate per impedire ai camion di Tap di arrivare nel cantiere per estirpare gli ulivi.
Per recuperare i sassi hanno abbattuto un “muro millenario” di un’antica masseria, a San Basilio, come ha denunciato il comandante della polizia locale di Melendugno, Antonio Nahi. “Noi – accusa Nahi su Facebook – non abbiamo bisogno di questa gente che si è appropriata in maniera inqualificabile di una lotta civile condotta fino ad oggi con dignità e identità”. Il decreto con il quale viene concessa la sospensiva è firmato dal presidente del Tar del Lazio, Gabriella De Michele, che però premette subito che “le modalità di realizzazione debbono ritenersi definitivamente approvate”.
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