Dimissioni Maurer, inizia la corsa alla successione
Le dimissioni dal governo di Ueli Maurer per fine anno, che erano nell’aria ma non questa tempistica anticipata, imprimono un’accelerazione del quadro politico svizzero.
Per il partito di maggioranza relativa, l’Unione democratica di centro (Udc, destra sovranista), non ci dovrebbero essere particolari sorprese all’orizzonte. A un anno dalle elezioni non si intravedono rischi per la cosiddetta formula magica, la particolare alchimia istituzionale elvetica che garantisce una rappresentanza nell’esecutivo a tutti i principali partiti secondo determinati rapporti di forza, che per l’Udc si traduce in due consiglieri federali su sette.
In giornata i Verdi, formazione in crescita da diversi anni, avevano fatto sapere di non escludere l’eventualità di avanzare una loro candidatura concorrente per cercare di entrare in Consiglio federale (la decisione sarà presa il 18 ottobre). Ma le possibilità di successo al momento sembrano praticamente nulle.
Possibilità di una candidatura femminile
Per la commissione del partito incaricata a vagliare le candidature provenienti dai cantoni si tratta ora di individuare il ticket da presentare all’Assemblea federale il 7 dicembre, che sicuramente sarà composto da un esponente di area germanofona. Resta semmai da vedere da quale cantone: Zurigo, da cui proviene lo stesso responsabile del dipartimento delle finanze uscente e culla della nuova Udc blocheriana protagonista dei grandi successi del partito dagli anni Novanta o un cantone periferico, magari della Svizzera periferica rurale?
La novità che rimbalza nei commenti in queste ore riguarda la concreta possibilità che i democentristi propongano nel numero ristretto dei candidati una donna, un’iniziativa che contribuirebbe a silenziare le critiche insistenti relative alla scarsa presenza femminile tra i rappresentanti Udc nelle istituzioni.
L’imprenditrice e parlamentare Magdalena Martullo Blocher, figlia dello storico leader Christoph Blocher, ha già fatto sapere di non essere disponibile, parecchie chance pare averle la ministra della sanità zurighese, ed ex deputata a Berna Natalie Rickli, distintasi dal partito nel corso della recente pandemia. In prima linea anche la sangallese Esther Friedli e la turgoviese Diana Gutjahr.
Ex presidenti e capogruppo in lizza
Tra gli uomini sembra scontata e fisiologica la candidatura del capogruppo alle Camere Thomas Aeschi, che aveva mancato l’elezione nel 2015: in quell’occasione l’economista zughese era stato battuto da Guy Parmelin. Ma a suo svantaggio giocano le posizioni molto nette assunte in questi anni, che potrebbero alienargli molti consensi al di fuori del partito, che sono indispensabili per l’elezione in governo.
Più possibilità potrebbe teoricamente averle l’ex presidente Udc Albert Rösti. In queste ore vengono citati anche l’ex segretario nazionale Gregor Rutz, il deputato sciaffusano Thomas Hurter e Toni Brunner, che ha guidato non molto tempo fa il partito di destra.
Le sezioni cantonali dell’UDC avranno tempo fino al 21 ottobre per sottoporre i loro candidati alla commissione preposta alla selezione dei papabili. Dopo le audizioni di rito, una lista di prescelti verrà inoltrata alla direzione del gruppo parlamentare entro l’11 di novembre. Quest’ultimo, dopo averli sentiti, renderà noto il proprio verdetto il 18 di novembre.
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