La direttiva europea sulle armi trova un secondo avallo politico in Svizzera. Il Consiglio degli Stati ha infatti approvato con 34 voti contro 6 (5 astenuti) la legge di applicazione, seppure con alcune aggiunte eurocompatibili rispetto alla versione adottata in estate dall'altra Camera.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (Tg dell'11.9.2018)
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Il testo all’esame del legislativo a Berna introduce alcune limitazioni per le armi semiautomatiche – che non riguarderanno però quelle d’ordinanza e i tiratori sportivi, così come concordato tra Berna e Bruxelles – allo scopo di prevenire la diffusione indiscriminata di strumenti che possono mettere in pericolo l’incolumità dei cittadini e più in generale il terrorismo.
Nonostante qualche riluttanza, la maggioranza dei parlamentari ritiene che si debba giungere a un compromesso per non mettere a rischio la partecipazione svizzera allo spazio Schengen, in particolare alla banca dati delle polizie Ue, ritenuta uno strumento fondamentale di contrasto alla criminalità transfrontaliera.
I senatori hanno votato però due correttivi, il primo dei quali riguarda i caricatori, attualmente commercializzati liberamente, che in futuro saranno venduti solo ai detentori del porto d’armi.
Aderendo al disegno del governo poi i consiglieri agli Stati hanno optato per la tracciabilità di tutte le parti essenziali dell’arma (culatta, alloggiamento, canna). Il testo tornerà ora al Nazionale per la discussione delle divergenze.
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