Glifosato autorizzato per altri 5 anni
La maggioranza dei rappresentanti degli Stati dell’UE si è espressa lunedì per un rinnovo di 5 anni dell’autorizzazione dell’erbicida.
A nulla sono valse le proteste degli ambientalisti, riunitisi lunedì mattina davanti al quartier generale della Commissione europea in vista del voto al comitato d’appello. A favore del rinnovo dell’autorizzazione si sono espressi 18 paesi; 9 i contrari e 1 si è astenuto. Gli equilibri si sono spostati con il voto positivo della Germania, mentre l’Italia è rimasta nel fronte dei contrari. A cambiare opinione sono state anche Polonia, Bulgaria e Romania.
Affinché la proposta della commissione venisse accettata, era necessaria la maggioranza qualificata, ovvero almeno 16 Stati rappresentanti il 65% della popolazione dell’UE. Uno scenario che non si era verificato in occasione del primo voto a inizio novembre.
Cancerogeno o no?
Il glifosato, utilizzato soprattutto dagli agricoltori da oltre 40 anni, rappresenta il 25% del mercato mondiale degli erbicidi.
Sui possibili effetti cancerogeni del glifosato sono stati effettuati diversi studi, ma i risultati sono contradditori. Il prodotto è classificato “probabile cancerogeno per l’uomo” dal Centro internazionale di ricerca sul cancro, un organo dell’Organizzazione mondiale della sanità.
L’Autorità europea per la sicurezza alimentare e l’Agenzia europea dei prodotti chimici sono invece giunte alla conclusione che le conoscenze scientifiche non sono sufficienti per una simile classificazione.
Tracce dell’erbicida nel 40% degli alimenti
In Svizzera, appena una settimana fa sono stati presentati i primi risultati di uno studio realizzato dalla Confederazione, dal quale emerge che circa il 40% delle derrate alimentari presenta tracce quantificabili dell’erbicida. Le concentrazioni maggiori – sempre comunque inferiori ai limiti fissati dalla legge – sono state riscontrate nelle paste, nei cereali per la prima colazione e nei legumi.
Visto che il tenore è basso, l’Ufficio federale della sicurezza alimentare e di veterinaria conclude a un’assenza di rischi per la salute.
Per illustrare la situazione, gli autori hanno fatto l’esempio della pasta. Una persona adulta dovrebbe consumare in un giorno 71 kg di pasta del campione maggiormente contaminato per raggiungere la dose giornaliera massima ammissibile (30 mg per un adulto). Gli svizzeri consumano in media 10 chilogrammi di pasta all’anno.
La questione se vietare o meno il glifosato è d’attualità anche nella Confederazione. A metà novembre, il governo elvetico ha risposto a una mozione parlamentare dei Verdi, sottolineando che un divieto sarebbe problematico per diversi motivi. Per molti campi di applicazione, l’unica alternativa di lotta possibile è data da processi meccanici o termici, più dispendiosi dal profilo energetico e lavorativo.
Per il governo federale va considerato anche che “il glifosato non è tossico per gli organismi acquatici e finora non se ne sono rilevate tracce nelle falde acquifere da cui si ricava l’acqua potabile”.
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