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Il governo svizzero dice no all’iniziativa anti-burqa

I cantoni devono potere decidere autonomamente se vietare o meno il burqa o altri veli. È quanto sostiene il Consiglio federale, che propone di respingere l’iniziativa popolare "Sì al divieto di dissimulare il proprio viso".

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Iscrivere nella legislazione federale un simile divieto porterebbe a una soluzione unica in tutti i cantoni. Secondo il governo, spetta però ai cantoni decidere se vogliono introdurre tale tipo di misura. Ad esempio, un cantone come Ginevra, che ogni anno accoglie decine di migliaia di turisti provenienti dai paesi del Golfo, potrebbe sentirsi danneggiato da un simile provvedimento.

Diversi cantoni – Zurigo, Soletta o Glarona – hanno già respinto proposte che chiedevano il divieto di dissimulare il viso. Il Ticino ha invece introdotto una legge in tal senso. A San Gallo il parlamento cantonale ha accettato un simile provvedimento, ma contro la legge è stato lanciato un referendum.

Il governo svizzero si è detto consapevole che il fatto di dissimulare il viso possa essere problematico. Per questa ragione intende elaborare un controprogetto indirettoCollegamento esterno all’iniziativa.

“Nessuna donna deve essere obbligata a coprirsi il viso”, ha dichiarato durante la conferenza stampa la ministra di giustizia e polizia Simonetta Sommaruga. Il governo prevede così di iscrivere nel codice penale una norma che renda punibile il fatto di obbligare qualcuno a dissimulare il proprio volto.

Inoltre i contatti con le autorità federali, ad esempio quelle preposte alla migrazione o al mercato del lavoro, devono avvenire a viso scoperto. Le infrazioni saranno punite.

L’iniziativa è stata lanciata dal comitato di Egerkingen, presieduto dal parlamentare federale dell’Unione democratica di centro (destra conservatrice) Walter Wobmann. Questo stesso comitato era stato all’origine dell’iniziativa anti-minareti, approvata nel 2009 dal 57% dei votanti.

Il testo, firmato da oltre 105’000 cittadini (ne bastano 100’000), non menziona direttamente il burqa o altri veli islamici, ma chiede che su tutto il territorio nazionale nessuno possa più dissimulare il proprio volto nei luoghi pubblici. Eccezioni sono possibili soltanto per motivi inerenti alla sicurezza, alla salute, alle condizioni climatiche e alle usanze locali.

In parlamento, la Camera bassa ha sostenuto di misura l’iniziativa – simile a quella accettata dai ticinesi quattro anni fa – mentre la Camera dei cantoni si è opposta.


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