Le bambole non sono solo oggetti. E nessuno lo sa meglio di Tiziana Grasso. Nel cuore di Napoli gestisce l’Ospedale delle Bambole, nei pressi di Via San Gregorio Armeno, la celebre via dei presepi. Più che una bottega è un vero e proprio ospedale che accoglie le bambole con il rispetto e la cura che si deve ai pazienti in carne ed ossa.
Attivo dal 1895 e gestito da quattro generazioni dalla stessa famiglia, il “Bambolatorio” è un luogo dove favola e artigianato si fondono e dove la materia inanimata sembra prendere vita. Le bambole arrivano spesso segnate dal tempo e dall’uso. Possono essere state acquistate in un supermercato o essere pezzi d’antiquariato, ma ricevono tutte lo stesso trattamento.
Vengono portate su un tavolo da lavoro, una “corsia” ospedaliera dove, grazie alla mano esperta della dottoressa, ad attrezzi del mestiere e a una portentosa collezione di ricambi (una vera banca degli organi), riprendono vita e vengono dimesse con un certificato di “sana e robusta costituzione”. Sono oggetti unici il cui valore, spiega Tiziana Grasso, non è dato da un prezzo, ma dall’affetto che il proprietario ha per loro. Ognuna di esse nasconde un segreto, ognuna è preziosa ed è la fantasia dei bambini che le fa vivere, dà loro un’anima e le rende insostituibili.
In un quartiere dove tutto l’anno si vendono le celebri statuine del presepe, duecento anni di storia fanno di questo luogo un’istituzione di Napoli. I bambini qui posso anche adottare, con tanto di certificato, una bambola abbandonata, darle un nome e scoprire che i giocattoli possono essere non solo strumenti, ma qualcosa a cui si può voler davvero bene. Nessun paziente viene rifiutato al “Bambolatorio” perché non esistono casi incurabili. Da questo ospedale tutti escono con un sorriso.
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