Dopo Bucha, nuove sanzioni in vista contro la Russia
L'Unione Europea sta discutendo con urgenza in merito a nuovi provvedimenti contro Mosca, dopo la scoperta di esazioni contro civili nella regione di Kiev. La Svizzera chiede dal canto suo l'apertura di un'indagine internazionale indipendente.
All’indomani della scoperta di un gran numero di cadaveri di civili nelle zone occupate fino a poco tempo fa dall’esercito russo, in particolare a Bucha, nella periferia a nord-ovest di Kiev, si fanno sempre più pressanti le richieste per nuove sanzioni nei confronti della Russia.
L’UE “condanna nei termini più forti le atrocità commesse dalle forze armate russe in diverse città ucraine occupate, che ora sono state liberate”, ha dichiarato l’alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza Josep Borrell.
I responsabili dei 27 stanno discutendo “con urgenza” di un nuovo pacchetto di sanzioni. Per poterlo adottare è però necessaria una decisione all’unanimità. Una riunione dei ministri degli esteri dell’UE è prevista per l’11 aprile a Lussemburgo e un vertice europeo straordinario dedicato al conflitto in Ucraina, alla situazione economica e alla difesa europea si terrà per “la fine di aprile e l’inizio di maggio”, ha detto l’ufficio di Josep Borrell.
Il presidente francese Emmanuel Macron ha menzionato lunedì sanzioni individuali e misure su “carbone e petrolio”, ma non gli acquisti di gas, una questione che divide gli europei.
Il cancelliere tedesco Olaf Scholz ha parlato di “crimini di guerra” mentre il presidente del Consiglio italiano Mario Draghi ha da parte sua dichiarato che ora le autorità russe “dovranno rendere conto di quanto accaduto”.
Il numero totale di vittime non è ancora chiaro. Secondo la procuratrice generale ucraina Iryna Venediktova, nei territori della regione di Kiev recentemente riconquistati sono stati trovati i corpi senza vita di 410 civili. Molte di queste persone avevano le mani legate dietro alla schiena e sono state uccise con una pallottola nella nuca.
La Russia ha dal canto suo reagito respingendo tutte le accuse e denunciando una messinscena orchestrata dall’Ucraina, dagli Stati Uniti e dalla Nato.
Una posizione, quella di Mosca, che si scontra con tutte le testimonianze raccolte sul terreno, come quelle dell’inviato della Radiotelevisione svizzera in lingua francese Sébastien Faure, che domenica ha potuto penetrare a Boucha.
Oltre a nuove sanzioni, da più parti si chiede anche la creazione di una commissione internazionale d’inchiesta su quello che il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki ha definito un “genocidio” commesso dall’esercito russo.
Una richiesta appoggiata anche dalla Svizzera. In un tweet il Dipartimento federale degli affari esteri ha deplorato quelle che sembrano essere “gravi violazioni del diritto internazionale umanitario” e ha domandato “urgentemente un’indagine internazionale indipendente”.
Stellungnahme der Schweiz zu Entwicklungen in #ButschaCollegamento esterno pic.twitter.com/OfNNnGi4EwCollegamento esterno
— EDA – DFAE (@EDA_DFAE) April 3, 2022Collegamento esterno
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