Il duro discorso contro la Catalogna di re Felipe VI apre la strada all'applicazione da parte del governo di Madrid dell'art.155 della Costituzione spagnola che consente di sospendere le competenze della Generalità. Lo ritiene la stampa catalana.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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“Felipe VI apre la porta all’intervento sull’autogoverno” titola El Punt Avui. “Art. 155 in vista”, è il titolo di La Vanguardia, e Ara scrive che “il re legittima l’applicazione da parte di Rajoy dell’articolo 155”.
Art. 155 Ove la Comunità Autonoma non ottemperi agli obblighi imposti dalla Costituzione o dalle altre leggi, o si comporti in modo da attentare gravemente agli interessi generali della Spagna, il Governo, previa richiesta al Presidente della Comunità Autonoma e, ove questa sia disattesa con l’approvazione della maggioranza assoluta del Senato, potrà prendere le misure necessarie per obbligarla all’adempimento forzato di tali obblighi o per la protezione di detti interessi. (II) Il Governo potrà dare istruzioni a tutte le Autorità delle Comunità Autonome per l’esecuzione delle misure previste nel comma precedente.
Questa norma della costituzione, rileva Punt Avui, la cui applicazione deve essere approvata dal senato di Madrid controllato dal Pp del premier Mariano Rajoy, prevede la sospensione parziale o totale delle competenze del governo catalano.
Potrebbe fra l’altro permettere a Madrid di prendere il controllo della polizia regionale i Mossos d’Esquadra, convocare elezioni anticipate, o anche esautorare il presidente Carles Puigdemont.
Il capo della polizia catalana rischia la prigione
Josep Lluis Trapero, il capo dei Mossos d’Esquadra, la polizia catalana, è stato convocato in tribunale con l’accusa di sedizione per non essere intervenuto per controllare nei giorni scorsi una manifestazione di fronte al Dipartimento dell’economia a Barcellona. Secondo la Vanguardia online, Trapero rischia tra i quattro e gli otto anni di carcere.
Manifestazioni senza precedenti
Le manifestazioni di ieri sono state di dimensioni senza precedenti in diverse città della Catalogna, secondo la stampa catalana. A Barcellona i manifestanti contro la violenza della polizia spagnola e per l’indipendenza sono stati 700 mila per 1,7 milioni di abitanti, scrivono i quotidiani locali.
A Girona 60 mila (su 100 mila abitanti), a Lleida 45 mila (su 140 mila) e a Tarragona 35 mila (su 155 mila). Secondo Ara, in queste tre città nella storia moderna non erano state registrate prima manifestazioni di tali dimensioni.
Risposta catalana al discorso del Re: repubblica o repubblica
“Spaventoso e un errore da tutti i punti di vista”, e “per come le cose si stanno mettendo adesso, la questione è repubblica o repubblica”. Lo ha detto il portavoce del governo regionale catalano di Carles Puigdemont, Jordi Turull, riferendosi all’intervento ieri sera di Re Felipe VI.
Secondo Turull, Puigdemont prenderà la parola pubblicamente oggi per valutare la situazione e decidere i prossimi passi da fare, probabilmente confermando quanto anticipato alla Bbc e cioè che se verrà respinta la richiesta catalana di mediazione internazionale, si proseguirà verso la secessione della Catalogna.
Il governo spagnolo sta dal canto suo valutando diverse opzioni per una risposta legale proporzionata a un’eventuale dichiarazione di indipendenza da parte del governo regionale catalano, mossa considerata illegale oltre ogni proporzione.
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