Dopo uno studio sui consumi, ritirati gli incentivi per le ibride plug-in
Le auto ibride plug-in, quelle che si ricaricano ad una presa, non sono così ecologiche come si possa pensare. Un nuovo studio ha addirittura convinto le autorità del Canton Vallese a tagliare tutti i sussidi per questo tipo di veicoli.
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tvsvizzera.it/MaMi
Una quantità emessa di CO2 da 2 a 3 volte più alta di quanto indicato sulla carta. È questo il risultato di un nuovo studio voluto dalle autorità vallesane in materia di automobili ibride plug-in.
“Vi vendono un’auto che dovrebbe consumare 2 litri (di carburante, ndr) al cento, e invece ne consuma 5 o 6. È una fregatura! È come se i fast food vi dicessero che un cheeseburger è sano perché dentro c’è un po’ di cetriolo. È la stessa cosa, ci dicono che è un’auto ibrida e consuma meno, che è più ecologica, ma non è vero”, spiega l’autore della ricerca, l’ingegnere Marc Müller.
Müller, esperto in energia, è a capo della società Impact Living, alla quale il Canton Vallese ha affidato lo studio e il cui scopo è quello di accompagnare le imprese e i singoli cittadini nella loro transizione ecologica ed energetica.
Come conseguenza diretta dei risultati ottenuti da questo studio, il Vallese ha deciso che ritirerà i sussidi all’acquisto delle ibride plug-in.
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Le ibride plug-in hanno due motori, uno classico a benzina e uno elettrico, molto voluminoso. Un abbinamento che aumenta di molto il peso dell’auto, e questo è un problema in termini di consumo che, di conseguenza, aumenta anch’esso.
Per gli esperti di mobilità, inoltre, anche ricaricando ogni giorno la batteria, le emissioni di CO2 restano comunque il doppio, se non addirittura il triplo, rispetto a quelle annunciate dai produttori. Per chi si occupa di trasporto sostenibile, dunque, se si decide di abbandonare l’energia fossile, è meglio optare per un’auto completamente elettrica ed evitare i compromessi delle plug-in.
Di seguito, un grafico inerente al mercato elvetico:
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