Dubbi sulla sorte di una giovane iraniana passata da Ginevra
A Ginevra c’è preoccupazione per la sorte di Raziyeh Jalili, la concorrente che negli scorsi giorni ha vinto ai Wordskill, i campionati mondiali dei mestieri nella disciplina dell’oreficeria.
Non c’è solo il caso di Elnaz Rekabi, l’arrampicatrice fermata al suo rientro in Iran per aver gareggiato senza il velo ai campionati asiatici in Corea del Sud, a far discutere. Una vicenda analoga potrebbe essere avvenuta in riva al Lago Lemano.
La giovane è stata protagonista di un fuori programma che non è sicuramente piaciuto alle autorità del suo paese. Quando è salita sul podio della premiazione la campionessa ha dedicato la sua vittoria alle donne del suo paese. Ma non è tutto: la ragazza ho aggiunto che non è stata sostenuta da nessuno e che ci sarà chi approfitterà del suo successo per la propaganda interna.
Il video della cerimonia in cui è riportata quella dichiarazione non è stato diffuso dagli organizzatori, che temevano per le possibili ripercussioni. La polizia è quindi intervenuta con una quindicina di uomini nell’hotel in cui alloggiava per sincerarsi che la giovane non fosse trattenuta dai componenti della delegazione iraniana.
La vicenda sembrava chiusa, dopo le rassicurazioni in proposito della stessa donna, ma il rappresentante dell’Onu per i diritti umani nel Kurdistan, Taimoor Aliassi, che lamenta il mancato coinvolgimento del servizio giuridico per i rifugiati, che avrebbe potuto consigliare meglio la giovane iraniana sui rischi che sta correndo per le sue dichiarazioni.
Raziyeh Jalili ora si troverebbe già a Teheran ma della sua sorte non si hanno notizie precise. Ed è lecito chiedersi se polizia e organizzatori ginevrini della manifestazione, pur mossi dalle migliori intenzioni, abbiano fatto tutto quello che potevano per evitare che la giovane faccia la fine di molte sue concittadine.
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