Due ori in un giorno a Tokyo 2020, impresa delle velociste
Vittorie nel tennis (Bencic) e nel tiro (Christen), bronzo nei 100 delfino di Ponti. Ajla Del Ponte quinta nella finale dei 100 metri.
Quella di oggi è stata sicuramente una giornata da ricordare per lo sport elvetico. E non potrebbe essere altrimenti visti i due ori conquistati sabato nel tennis da Belinda Bencic e nel tiro da Nina Christen, un evento che non capita proprio tutti i giorni.
La numero 12 del mondo si è infatti aggiudicata il torneo di singolare femminile in tre set (7:5, 2:6, 6:3) a spese della ceca Marketa Vondrousova. È il terzo oro per il tennis elvetico, dopo le vittorie di Marc Rosset a Barcellona 1992 e di Roger Federer, in coppia con Stanislas Wawrinka, a Pechino 2008 (e tra poche ore si disputerà la finale del doppio con la coppia Bencic Golubic).
L’alloro più pregiato lo ha conquistato oggi anche Nina Christen, prima nella carabina da 50 metri. Un successo che migliora il bronzo vinto dalla stessa tiratrice nidvaldese negli scorsi giorni sui 10 metri.
Sono giochi che arridono però anche ai colori ticinesi, dopo le imprese di due atleti provenienti dalle sponde del Lago Maggiore in due discipline olimpiche per eccellenza, l’atletica il nuoto. La locarnese Ajla Del Ponte ha infatti disputato, insieme alla connazionale Mujinga Kambundji, la finale dei 100 metri femminili.
Le due elvetiche, uniche europee ammesse all’atto finale della velocità e quindi tra le otto donne più veloci del mondo, sono giunte rispettivamente quinta e sesta dietro il trio di giamaicane guidato dalla Thompson e l’ivoriana Marie-Josée Ta Lou.
Se l’atletica è la disciplina più importante delle olimpiadi, i 100 metri ne sono sicuramente la gara regina e un piazzamento in questa competizione ha un prestigio assoluto, come dimostrava l’emozione sconfinata di Ajila Del Ponte all’arrivo.
La felicità per questo risultato ha infatti cancellato il rammarico per il piccolo errore alla partenza che ha penalizzato la velocista ticinese, pur autrice di un incredibile recupero nella seconda parte della gara. La vincitrice Elaine Thomson, che si è avvicinata al record della Griffith, era inarrivabile ma la locarnese, senza quella partenza, avrebbe anche potuto migliorare il suo piazzamento. Ma va bene così.
E che dire del bronzo del gambarognese Noè Ponti conquistato poche ore prima nei 100 delfino, altra disciplina nobile della manifestazione sportiva per eccellenza?
Imprese che verranno ricordate per molto tempo e che hanno consentito di superare già il bottino di sette medaglie preventivato dai responsabili della missione svizzera alla vigilia: gli undici podi, di cui tre sul gradino più alto, sono un risultato che la Svizzera non conseguiva dall’ormai lontano 1952. E siamo solo a metà olimpiadi…
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