La televisione svizzera per l’Italia

“Lo scontro in politica è inevitabile purché sia costruttivo”

ritratto di una donna
La discontinuità che caratterizza la politica italiana crea incertezza a tutti i livelli: quello individuale, quello dell'impresa privata, degli investitori, del settore pubblico e del mondo accademico, afferma Michela Puddu. © Anita Affentranger

Arrivata dieci anni fa a Zurigo come studentessa Erasmus, Michela Puddu è oggi la co-fondatrice e CEO di una start-up di successo. Dalle rive della Limmat segue la politica italiana, litigiosa, polarizzata, con una successione di governi che crea incertezza a tutti i livelli.

“Sinceramente non pensavo di fermarmi così a lungo in Svizzera”, dice sorridendo Michela Puddu mentre si racconta durante una videochiamata. Nata e cresciuta a Roma, la trentacinquenne ha conseguito la laurea in scienze e tecnologie dei materiali all’Università Tor Vergata di Roma. Nel marzo 2012 si trasferisce a Zurigo, dove, tre anni dopo, ottiene il dottorato in ingegneria chimica presso il Politecnico federale (ETHZ). “Inizialmente volevo solo fare un’esperienza all’estero, in un ambiente nuovo, internazionale, con infrastrutture di laboratorio all’avanguardia. Ma poi sono stata conquistata dalla città, dall’ambiente e ho scelto di restare”, spiega. Nonostante l’infatuazione per la Svizzera, Puddu continua a guardare con un po’ di nostalgia alla città eterna. “Per fortuna le due città non sono molto distanti e così posso visitare spesso la famiglia e godere di tutte le cose belle che offre Roma”.

La nuova immigrazione italiana e la politica

Questo articolo fa parte di una serie di tre ritratti di italiani e italiane giunti in Svizzera negli ultimi anni ai quali abbiamo chiesto qual è il loro sguardo sulla politica nel loro Paese d’origine, alla luce in particolare delle esperienze che hanno maturato all’estero.

E da Zurigo, l’expat segue con interesse ciò che avviene a Montecitorio. “Ho già votato”, dice. “Quello di fine settembre è un voto anticipato che poteva e doveva attendere la naturale scadenza e che avviene in un momento delicato. Dopo la pandemia, il Paese è ora chiamato ad affrontare un’altra crisi, quella energetica”. Per Puddu, al governo Draghi si doveva lasciare il tempo necessario per proseguire nelle riforme necessarie, ad esempio quella della legge elettorale, mesi che avrebbero anche permesso all’elettorato di giungere al voto in maniera più preparata.

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Tracciabilità di un prodotto lungo l’intera filiera

Presso l’ETHZ, Michela Puddu ha dedicato la sua tesi di dottorato alla ricerca di un metodo che permettesse la tracciabilità dei prodotti. Con il collega di studi Gediminas Mikutis ha sviluppato la tecnologia che impiega un tracciante composto di sequenze di DNA, metodo nato in seno al Politecnico federale di Zurigo, dov’è stato depositato il brevetto. “Grazie a questa tecnologia innovativa possiamo tracciare i prodotti lungo l’intera filiera, dal materiale grezzo al prodotto finito”, illustra la dottoressa. “Le sequenze di DNA sono incapsulate all’interno di particelle invisibili che non possono essere rimosse e che resistono alle più estreme condizioni di elaborazione industriale. Sono come delle impronte digitali, sempre identificabili tramite semplici tecniche come quelle impiegate nelle analisi forensi o cliniche, ad esempio per i test diagnostici PCR del Covid”.

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donna accanto a una statua

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“La classe politica italiana è avulsa dalla realtà”

Questo contenuto è stato pubblicato al Chiara Debenedetti vive da una decina d’anni a Ginevra. Segue di sfuggita la politica italiana che, secondo lei, non affronta i veri problemi della gente.

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Il tracciante può essere nebulizzato, ad esempio, sul cotone raccolto in Burkina Faso. Grazie a questo metodo è possibile ricostruire l’intera filiera, dal campo nel Paese dell’Africa occidentale allo stabilimento di elaborazione in Grecia o Macedonia fino alla consegna della merce in Svizzera. “Il tracciante non modifica né le caratteristiche delle fibre né il codice genetico della pianta”, illustra Puddu. “Grazie a questa tecnologia siamo in grado di garantire con assoluta certezza l’origine, la data di produzione, l’autenticità del prodotto”. Un metodo che viene anche impiegato per verificare la provenienza delle pietre e dei metalli preziosi. “Il prossimo obiettivo è la tracciabilità per il settore agroalimentare”, spiega l’amministratrice delegata di Haelixa, nome della start-up che ha fondato con Mikutis nel 2016. Nata come spin-off dell’ETH di Zurigo, in poco tempo si è affermata a livello internazionale. Ad esempio, nel 2019 Michela Puddu ha vinto il premio dell’Unione europea per le donne innovatrici nella categoria emergenti under 35. Oggi, l’azienda impiega una ventina di collaboratrici e collaboratori ed è basata nella Kemptthal, valle tra Zurigo e Winterthur, nell’ex area industriale dell’impresa alimentare Maggi.

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67 governi dalla nascita della Repubblica

“Haelixa è cresciuta nell’orbita del politecnico federale che ne ha sostenuto la creazione con un primo sussidio a fondo perduto”, ricorda la co-fondatrice. “Nell’incubatore dell’ETHZ abbiamo potuto usare l’attrezzatura, gli spazi e i laboratori, dove abbiamo continuato la ricerca. Al nostro fianco c’era inoltre un pool di esperti”.

Puddu spiega che gli incubatori e gli hub tecnologici funzionano da catalizzatori di risorse e creano un ecosistema dinamico che stimola la crescita di una start-up, condizioni che purtroppo difficilmente si incontrano nel suo Paese d’origine. “Non nutro disistima per l’Italia, ma per ottenere risultati analoghi si devono affrontare enormi difficoltà, soprattutto di natura burocratica e infrastrutturale”, dice l’imprenditrice, ritornando poi a parlare di politica italiana. “In Italia, dal 1946 a oggi si sono succeduti 67 governi, guidati da 30 presidenti del Consiglio. Gli esecutivi della Repubblica hanno registrato una durata media di 14 mesi. La discontinuità crea incertezza a tutti i livelli: quello individuale, quello dell’impresa privata, degli investitori, del settore pubblico e del mondo accademico”.

“Non nutro disistima per l’Italia, ma per ottenere risultati analoghi si devono affrontare enormi difficoltà, soprattutto di natura burocratica e infrastrutturale”.

Quella del rapido avvicendamento dei governi è una caratteristica della politica italiana. In Svizzera, invece, le elezioni federali per il rinnovo del parlamento si tengono ogni quattro anni, con perfetta precisione elvetica. “Il principio di collegialità e lo spirito di concordanza che contraddistinguono il sistema politico svizzero esigono decisioni condivise. La collaborazione di tutte le forze politiche è pienamente istituzionalizzata. Diversamente il sistema parlamentare italiano prevede l’opposizione ed è caratterizzato da raggruppamenti politici contrapposti”, chiarisce Puddu, ricordando che in politica il confronto e, dove necessario, lo scontro sono inevitabili e fisiologici purché siano costruttivo e purché gli interessi del Paese prevalgano sul tornaconto personale e di partito.

Interessi che in Italia fanno spesso cadere un governo. Ciò induce i politici a concentrare i propri programmi su progetti a breve termine per trovare il consenso immediato dell’elettorato. “Gli interventi con benefici misurabili sul medio e lungo termine non vengono attuati per una scelta politica di convenienza”, sostiene Michela Puddu.

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In Svizzera, ma fuori dal programma Orizzonte Europa

Anche la Svizzera non è immune da scossoni politici, ad esempio quello del maggio 2021 con la decisione del Consiglio federale di interrompere i negoziati con l’Unione europea in vista di un accordo istituzionale. Una scelta gravida di conseguenze per quelle aziende, come la start-up di Michela Puddu, che vogliono attingere ai fondi europei.

A causa dell’attuale situazione, Haelixa non può più partecipare al programma EIC Accelerator, uno degli strumenti della Commissione europea che supportano le imprese nello sviluppo successivo delle proprie innovazioni scientifiche o tecnologiche. “I finanziamenti europei fungono da catalizzatore per attirare altri investitori”, dice Puddu, ricordando infine che il suo percorso accademico è stato ampiamente finanziato da fondi europei. “Sono venuta a Zurigo per la tesi di master come studentessa Erasmus. Anche il mio dottorato di ricerca è stato finanziato interamente dal programma dell’Unione europea Marie Curie Actions. E per finire l’azienda ha ricevuto dei fondi dal programma Horizon 2020”.

Le cittadine e i cittadini italiani con diritto di voto residenti all’estero iscritti all’Aire e nelle liste elettorali della Circoscrizione estero votano per corrispondenza. Ricevono il plico con la scheda di voto per posta al proprio domicilio e possono esprimere la propria preferenza entro il 22 settembre, tre giorni prima dell’elezione in Italia. Lo spoglio delle schede provenienti dalla Circoscrizione estero avviene a Castelnuovo di Porto, a Roma, presso il Centro polifunzionale della Protezione civile.

Gli espatriati possono votare i candidati o le candidate della Circoscrizione estero, suddivisa in quattro collegi: Europa (inclusi i territori asiatici di Federazione Russa e Turchia), America meridionale, America settentrionale e centrale, Africa, Asia, Oceania e Antartide. In totale, alla Circoscrizione estero spettano 12 seggi, 8 alla Camera e 4 in Senato. Gli italiani residenti in Svizzera votano per la ripartizione Europa, la più grande, comprendente circa 3,2 milioni di cittadini ed eleggeranno tre deputati e un senatore.

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