Scudo fiscale per frontalieri ed ex residenti all’estero
Si profila un nuovo scudo fiscale limitato però questa volta ai lavoratori frontalieri e ai contribuenti italiani che in passato hanno risieduto all’estero. L’emendamento proposto dal senatore Claudio Micheloni (Pd, circoscrizione estero/Svizzera) al decreto fiscale collegato alla legge di bilancio, attualmente in discussione al Senato, consente di regolarizzare i capitali detenuti all’estero (al 31 dicembre 2016) pagando una somma forfettaria pari al 3% di quanto non dichiarato precedentemente all’erario.
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tvsvizzera/spal
A differenza della voluntary disclosure, che imponeva il pagamento integrale dei capitali evasi e delle relative sanzioni e interessi, l’aliquota forfettaria approvata in Commissione Bilancio è comprensiva di tutte queste voci, accordando così a questa categoria di contribuenti un trattamento di favore.
Grazie al mini-scudo frontalieri ed ex contribuenti italiani all’estero potranno sanare conti correnti, libretti di deposito e anche i proventi della vendita di immobili detenuti nello stato estero in cui hanno svolto la loro attività.
Ovviamente le nuove norme non si applicheranno ai contribuenti che hanno chiesto di essere ammessi alle procedure previste della voluntary disclosure. Per beneficiare di questo nuovo scudo i contribuenti dovranno presentare una specifica istanza alle autorità fiscali entro il 31 luglio del 2018.
Il pagamento dell’importo, pari al 3% delle somme inevase, dovrà essere effettuato in un’unica soluzione entro il 31 settembre dello stesso anno o in tre rate mensili consecutive di pari importo a partire da quella stessa data.
Per spingere gli “evasori” ad avvalersi di questa facoltà l’emendamento prolunga i tempi di accertamento delle autorità fiscali sui capitali regolarizzati al 30 giugno 2020.
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