L'emergenza sbarchi ora è in Spagna. I dati confermano il drastico calo degli arrivi dei barconi dalla Libia verso l'Italia, oltre l'80% in meno in un anno.
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tvsvizzera.it/ fra con ATS
Così i trafficanti di esseri umani, scoraggiati dalla maggiore presenza delle pattuglie di Tripoli, hanno cambiato rotta puntando verso il Mediterraneo occidentale. E cambiano anche le modalità di trasporto: alle fragili carrette del mare si affiancano sempre di più robuste barche a vela, per chi può permetterselo.
Spagna, prima destinazione
Dall’inizio dell’anno sono oltre 58mila i migranti arrivati in Europa via mare e la prima destinazione è stata la Spagna, con oltre 23’500 arrivi: un dato superiore al totale registrato per l’insieme dell’anno scorso, rilevano i dati dell’Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim). Il trend, ormai consolidato, evidenzia che l’Italia non è più il principale paese di sbarco, anzi ha registrato un crollo degli arrivi rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso: poco meno di 19mila rispetto agli oltre 95mila, seguiti dai 16mila arrivati in Grecia, e poche centinaia a Malta e Cipro.
Cambiano le imbarcazioni
I trafficanti studiano anche modalità alternative per le traversate in mare. Con la rotta libica pattugliata dalla Guardia Costiera di Tripoli e la riduzione delle navi delle organizzazioni non governative, si preferisce puntare su barconi di legno piuttosto che sui gommoni, per coprire tratti più lunghi. Oppure imbarcazioni con pochi migranti a bordo (10-20 persone), nella speranza di sfuggire ai controlli. Inoltre, lungo la rotta orientale, quella che parte dalla Turchia, spuntano persino barche a vela, sempre più utilizzate da scafisti ucraini e russi. Con costi molto più alti, per i migranti che possono permetterselo.
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