Parlamentare ticinese condannata per aver aiutato giovani migranti
Si è conclusa con un decreto di accusa la vicenda che ha coinvolto la parlamentare ticinese socialista Lisa Bosia Mirra. La politica, che è stata colta sul fatto mentre aiutava quattro migranti africani minorenni ad entrare in Svizzera, è stata ritenuta colpevole di ripetuta incitazione all'entrata, alla partenza e al soggiorno illegale di stranieri.
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tvsvizzera.it/fra
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Decreto di accusa: pena proposta dal procuratore pubblico per reati minori. Se non c’è opposizione, acquista valore di sentenza. In caso contrario, si va a processo.
Lisa Bosia Mirra e un 53enne svizzero domiciliato nel canton Berna erano stati fermati il primo settembre 2016, poiché sospettati di essere dei passatori. Secondo quanto rese noto il Ministero pubblico, la granconsigliera socialista ticinese avrebbe aiutato alcune giovani persone a valicare il confine italo-svizzero, in compagnia del suo complice.
Stando a quanto ricostruito in un primo tempo dagli inquirenti, la 43enne fungeva da staffetta al volante di un’auto ticinese, mentre l’uomo guidava un furgone, con a bordo quattro migranti africani minorenni. I due mezzi furono intercettati e bloccati dalle guardie di confine al valico di San Pietro di Stabio.
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Il suo prodigarsi per i migranti accampati a Como le è valsa come detto un decreto di accusa ma anche un riconoscimento speciale. A Lisa Bosia Mirra è infatti stato attribuito il premio svizzero “Alpes ouvertes” per il 2017 (vedi articolo qui a fianco).
Il premio viene attribuito a persone o gruppi attivamente impegnati nella difesa dei diritti dei rifugiati, dei migranti, delle persone socialmente svantaggiate, delle minoranze minacciate a livello europeo.
Condannata
L’inchiesta ha poi permesso di scoprire che quello del primo settembre del 2016 non è stato un episodio isolato. La parlamentare ticinese già in precedenza, per 9 volte in un paio di mesi, aveva aiutato migranti a entrare illegalmente in Svizzera.
Secono il decreto di accusa, la deputata sosialista avrebbe dovuto pagare 80 aliquote giornaliere. L’esecuzione della pena è però stata sospesa per due anni.
L’avvocato di Bosia Mirra ha già annunciato che presenterà opposizione e se il decreto verrà confermato dal Ministero pubblico, come è probabile, si andrà a processo.
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