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Crolla viadotto sull’A10 a Genova, decine di morti

Si è aggravato nel pomeriggio il bilancio delle vittime del crollo del Ponte Morandi sull'A10 a Genova.

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Sono infatti almeno 35 le persone morte – tra le quali un bimbo di 10 anni – e 16 i feriti (9 in gravi condizioni) a causa del disastro avvenuto poco prima di mezzogiorno sull’autostrada che attraversa il capoluogo ligure. Ma all’appello mancano una decina di dispersi che si trovavano nella trentina di veicoli coinvolti nel crollo.

“Cedimento strutturale”

A franare intorno alle 11.50 è stato un tratto di oltre 200 metri, a circa 90 metri di altezza, del viadotto. Il Ponte Morandi, lungo 1182 metri, si è sbriciolato improvvisamente, insieme a uno dei tre piloni, sopra il torrente Polcevera, nella zona industriale di Sanpierdarena.  

La protezione civile ha disposto l’evacuazione di oltre una decina di palazzi nella zona e 440 persone hanno dovuto lasciare le loro abitazioni per pericolo di nuovi crolli.

La tesi al momento più accreditata sulle cause dell’incidente sembra essere quella del cedimento strutturale. Nel corso della giornata si erano affacciate anche altre ipotesi, come quella del dissesto idrogeologico legato al maltempo di questi giorni o di un fulmine, ma sono state scartate.

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Un progetto contestato

Secondo la Società Autostrade il disastro non era in alcun modo prevedibile poiché “dai controlli non è emerso nulla” che potesse far presagire un tale evento. Ma negli scorsi anni si erano levate diverse voci che attestavano l’inadeguatezza di un’infrastruttura che, seppur sottoposta a diverse manutenzioni e costantemente monitorata, è stata inaugurata nell’ormai lontano 1967.

Due anni fa il’ingegnere Antonio Brencich, professore all’Università di Genova, aveva scritto che il Ponte Morandi era stato mal progettato, aveva costi di manutenzione altissimi e per questi motivi sarebbe stato più conveniente demolirlo e ricostruirlo.

Per un altro professore genovese, Andrea del Grosso, sarebbe stata più adatta una struttura d’acciaio, come quella progettata dall’ingegnere Giorgio Macchi, che partecipò negli anni ’60 al concorso per il viadotto incriminato ma non fu scelto dalla giuria di esperti. E proprio Giorgio Macchi è stato raggiunto oggi dal TG per un suo parere su questo disastro. 

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In proposito la Procura di Genova ha comunque già aperto un’indagine per disastro e omicidio colposo plurimo.      

Polemiche e disagi alla viabilità

Si profilano notevoli disagi per la viabilità lungo l’arteria che collega Genova con il Ponente. Il sottosegretario alle Infrastrutture Edoardo Rixi ha chiarito che “tutto il Ponte Morandi andrà demolito, con gravi ripercussioni al traffico e problemi per i cittadini e le aziende”.

E non si è fatta attendere anche la polemica politica, destinata a proseguire nelle prossime settimane. Sul luogo del disastro è giunto anche il premier Giuseppe Conte che ha annunciato “un piano straordinario di tutte le infrastrutture, soprattutto di quelle più vecchie”.

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