Società anonime acquistate con poche migliaia di franchi e utilizzate per sfruttare le assicurazioni sociali, cantieri edili che falliscono, fiduciarie in cui i clienti italiani non ritrovano più i capitali
La piazza finanziaria ticinese è profondamente scossa dallo scandalo BSICollegamento esterno. Non è l’unico motivo di grosso allarme. In effetti, le inchieste sui reati economici sono in netto aumento, con un incremento del 25% rispetto agli ultimi anni.
Società anonime acquistate con poche migliaia di franchi e utilizzate per sfruttare sistematicamente le assicurazioni sociali, cantieri edili che falliscono dopo aver sfruttato i lavoratori, fiduciarie in cui i clienti italiani non ritrovano più i capitali nascosti nel nostro Paese, e anche il più clamoroso caso di diverse decine di milioni (forse 50, forse 60 milioni) scomparsi per le malversazioni di uno dei più noti finanzieri di Lugano, il cui castello di debiti è improvvisamente collassato lasciando dietro di sé una voragine e una trentina di clienti (anche ticinesi) che hanno perso i loro beni.
Falò, il settimanale di inchieste della RSI, anche entrando in situazioni finora inedite e raccogliendo il drammatico racconto di operai sfruttati e di clienti gravemente gabbati, ci accompagna in diversi casi: storie che documentano fra l’altro come una delle vittime di queste truffe sia lo Stato, dunque anche il cittadino-contribuente.
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