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Farmaci introvabili, Berna corre ai ripari

Scaffali sempre più vuoti
Scaffali sempre più vuoti © Keystone / Christian Beutler

Istituita la “task force agenti terapeutici” con il compito di valutare interventi a breve termine per superare la scarsità di medicamenti disponibili sul mercato.

La decisione è stata presa dal governo federale, su indicazione dell’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del Paese (UFAE), per contrastare il fenomeno, definito “problematico”, della penuria di farmaci d’importanza vitale, percepibile ormai anche a livello ambulatoriale. Contemporaneamente, indica una nota di Berna, saranno portati avanti anche i progetti in corso, che mirano a garantire la sicurezza dell’approvvigionamento a lungo termine.

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Carenza dovuta alla pandemia

La task force nominata dal governo ha già avviato i lavori per la definizione di misure rapide, sotto la guida del delegato all’Approvvigionamento economico. Intanto l’UFAE e l’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP) stanno discutendo interventi di tipo strutturale.

L’organizzazione che presiede all’Approvvigionamento economico del Paese (AEP) ritiene che la carenza di antibiotici a livello internazionale sia causata dalla pandemia di coronavirus e dalle strozzature nella produzione dei principi attivi dovute ai lockdown, soprattutto in Cina dove le autorità hanno adottato restrizioni particolarmente severe.

L’AEP è diretto da un delegatoCollegamento esterno, che svolge la funzione a titolo accessorio. Secondo la legge deve trattarsi di una persona proveniente dal settore economico. Il delegato dirige l’intera organizzazione, costituita dall’Ufficio federale per l’approvvigionamento economico del PaeseCollegamento esterno (UFAE) e da circa 250 quadri impiegati secondo un sistema di miliziaCollegamento esterno: si tratta di specialisti provenienti dal settore privato e da altri rami dell’amministrazione che mettono la loro esperienza al servizio dell’AEP.

Il problema ha assunto dimensioni globali e la prolungata diffusione dei contagi a livello planetario condiziona l’offerta di farmaci anche nella Confederazione dove non si riesce più a coprire la domanda. La novità, rispetto agli anni passati, è che la penuria non è più circoscritta agli ospedali ma investe anche il settore ambulatoriale (farmacie, studi medici e cure a domicilio).

Crisi che si è estesa al settore ambulatoriale

E questo costituisce un problema ulteriore dal momento che il ramo ambulatoriale risulta molto più difficile da controllare da parte delle autorità: in gioco vi è infatti un numero maggiore di fornitori di servizi (medici e farmacie pubbliche) e i canali di distribuzione (grossisti) non possono più essere gestiti direttamente dai titolari dell’omologazione (i sistemi di elaborazione degli ordini dei grossisti sono quasi completamente automatizzati e le restrizioni sono di difficile applicazione).

In questo contesto sono aumentate le segnalazioni di scarsità di medicamenti di importanza vitale da parte dei titolari dell’omologazione nel 2022 (+9% rispetto a tre anni prima) e ci sono state oltre 150 richieste di ricorso alle scorte obbligatorie (che in circa 120 casi sono state esaudite). A peggiorare la situazione è stato il ritiro crescente di agenti terapeutici dal mercato che ha avuto come effetto l’aumento delle pressioni sui prodotti soggetti a monopolio.

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