Un ‘campo base’ per giovani creativi a Locarno 72
Dal 7 al 17 agosto, durante la 72esima edizione del Locarno Film Festival, oltre 200 tra giovani registi, artisti, critici, designer e altri creativi prenderanno possesso di un'ex caserma per un'esperienza unica. Vi soggiorneranno, ma non si tratta di un ostello: è uno spazio per esprimersi, interagire, vivere pienamente il Festival. Tvsvizzera.it ha dato un'occhiata dietro le quinte, insieme al curatore Stefano Knuchel.
I 230 giovani tra i 18 e i 30 anni che soggiorneranno al Basecamp di Losone -per l’intera manifestazione o, a scelta, per la prima o la seconda metà- sono stati in parte scelti dalle scuole di cinema e d’arte su invito diretto del Festival di Locarno; gli altri li ha selezionati l’organizzazione vagliando le candidature ricevute su www.festivalbasecamp.chCollegamento esterno.
La formazione del gruppo “è un po’ come la ricetta della Coca-cola, in parte segreta”, scherza Knuchel, che però garantisce un equilibrio di genere, di provenienza (tra regioni linguistiche svizzere e tra i Paesi del mondo) e tra diverse inclinazioni: i registi uzbeki potranno incontrare un musicista capoverdiano il quale forse si intratterrà con giovani scienziati che conseguono un dottorato in Svizzera.
Certo, gli studenti delle scuole di cinema e d’arte sono una presenza consistente, anche perché -sottolinea Stefano Knuchel- senza il Basecamp non è scontato che partecipino al Festival di Locarno. Anche per una questione di costi.
+ Il Basecamp HandbookCollegamento esterno per chi voglia candidarsi il prossimo anno
Qui, con una quota di 200 franchi (100 per 5 giorni), ricevono alloggio e prima colazione, un pass per il Festival (al quale sono collegati con i trasporti pubblici) e accesso a contenuti speciali: eventi, workshop e incontri con i protagonisti di Locarno 72, che in parte si terranno negli spazi comuni del Basecamp.
Spazi che i basecamper potranno usare 24 ore al giorno per creare -ognuno nella propria disciplina artistica- e interagire.
È una proposta unica nell’ambito dei grandi festival cinematografici. Il parco e il piano terra dell’ex caserma, peraltro, sono aperti a tutti. Nella Sala degli eventi sono attivi ogni sera tra le 22 e le 2 un dj e un servizio bar.
Ma cosa ci fanno 5 scienziati al Basecamp? La risposta nell’intervista video [in alto].
Il BasecampCollegamento esterno è un’iniziativa sostenuta dal Comune di Losone, proprietario dell’ex piazza d’armi dal 2014, che ha messo a disposizione l’edificio e un consistente finanziamento. Del resto, il cinema è una delle possibili destinazioni del complesso. Nei prossimi giorni, si terrà al Basecamp un evento speciale della Ticino Film CommissionCollegamento esterno, che spiegherà come il sito possa essere una base utile per girare nella Svizzera italiana (ospitando studi, atelier, magazzini, uffici).
La serata della Commission è una delle poche programmate: in buona parte, le attività che concretamente si svolgeranno al camp dipenderanno dagli ospiti.
tvsvizzera.it: Il Basecamp è in qualche modo un’evoluzione o un’estensione delle tre Locarno Academy (dedicate a giovani registi, critici e operatori dell’industria)?
Stefano Knuchel: “Sicuramente è un’evoluzione del rapporto del Festival con il pubblico giovane, perché è un rapporto che va sempre reinventato. Locarno ha sempre accolto le nuove generazioni, ma come aggiornarsi? Il pubblico giovane di oggi non è quello di 10 o 20 anni fa (e penso di poterlo dire perché ne facevo parte!); quello di adesso sicuramente vuole una maggiore interazione, un luogo in cui poter esprimere il suo modo di vivere, e per noi è importante che si senta a proprio agio. Ma il Basecamp è importante anche perché da qui cogliamo in che modo il Festival può evolvere nella sua estetica, nella sua comunicazione e nei suoi contenuti”.
La presenza di giovani da tutto il mondo potrebbe far sì che due o più partecipanti provenienti da Paesi in conflitto tra loro si ritrovino a stretto contatto. Dorme sonni tranquilli da questo punto di vista?
“Tranquillissimo, anche per quel che l’esperienza mi insegna. Un anno c’è stata una forte polemica sulla presenza israeliana al Festival di Locarno. Proprio in quell’anno, alla Filmmakers Academy [uno degli altri programmi della rassegna rivolti ai giovani, ndr] avevamo due registi israeliani e tre registi dal mondo arabo, e abbiamo fatto una proiezione comune proprio per dire (e questo è un sogno vecchio come l’arte) che l’arte e la cultura trascendono queste divisioni; e permettono al contrario di farli conoscere e di farli apprezzare. Dunque non temo per niente, anzi: mi stimola la possibilità che nell’ambito del Basecamp si incontrino, perché nella diversità c’è un valore che è anche non essere d’accordo, è anche conoscere qualcosa che non conosci, che alla base magari non ti ispira. Questo è legato sì alle culture, ma anche ai modi di fare, ai linguaggi artistici. È veramente uno scoprire qualcosa che è diverso da te. E questo è anche lo scopo di un Festival”.
Non a caso una delle prime frasi che si leggono sulla homepage festivalbasecamp.ch è ‘Leave your comfort zone’ (cioè “lascia il tuo ambiente, le tue abitudini, le cose che ti sono familiari e ti fanno sentire facilmente a tuo agio”).
È una frase che mi piace molto, l’ha creata il giovane grafico Ares Pedroli. Riassume bene la cosa perché da una parte è una caserma: abbiamo delle camere condivise tra sette-otto persone, le docce in comune, ma soprattutto ti porta anche a incontrare altre persone, a far conoscenze di altri linguaggi. Oggi in cui è così facile rinchiudersi nella propria “bolla”, sia di comodità materiale sia di comodità culturale, sociale. Qui invece si rimescolano le carte in modo profondo”.
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