Il governo svizzero è contrario a una normativa che a livello federale imponga ai partiti di rendere pubblici i finanziamenti che ricevono dai privati.
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tvsvizzera/ats/spal con RSI (TG del 29.8.2018)
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Lo ha reso noto oggi l’esecutivo nella sua presa di posizione sull’iniziativa popolare “Per più trasparenza nel finanziamento della politica” che era stata sottoscritta da 109’826 cittadini e su cui sarà chiamato ad esprimersi l’elettorato.
Il testo, depositato a Berna lo scorso 10 ottobre, prevede che siano resi pubblici i bilanci e i conti economici dei partiti, così come le donazioni superiori a 10’000 franchi all’anno (per persona). Norme analoghe riguardano le campagne referendarie, inoltre si intende vietare le elargizioni anonime.
Per Berna la proposta sostenuta da socialisti, verdi, borghesi democratici (centro) ed evangelici, non si concilia con l’ordinamento politico svizzero, in particolare con il suo assetto federale. Già tre cantoni (Ticino, Ginevra e Neuchâtel) hanno adottato disposizioni sul finanziamento dei partiti e in altri due (Svitto e Friburgo) sono state accettate iniziative popolari sullo stesso tema.
Inoltre la democrazia diretta, il governo collegiale e il sistema di milizia, sottolinea Berna nella sua presa di posizione, “fanno parte di un meccanismo globale complesso ma efficace, caratterizzato da un controllo reciproco e da un sistema di contrappesi”.
A giudizio del Consiglio federale nel nostro sistema politico le risorse finanziarie non influiscono in modo determinante sull’esito delle elezioni e delle votazioni. Va comunque sottolineato che, qualora i cittadini aderiranno alle urne alle tesi del governo, la Confederazione continuerà ad essere l’unico Stato membro del Consiglio d’Europa a non disporre di norme sulla trasparenza nella politica su scala nazionale.
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