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Approvato il bilancio, riaprono gli uffici federali negli USA

Il Congresso USA ha approvato, non senza qualche difficoltà il disegno di legge che consente di riaprire gli uffici federali, sbarrati dalla mezzanotte per mancanza di fondi.

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Per la seconda volta in meno di un mese i parlamentari hanno infatti tardato a ratificare il bilancio biennale dello Stato dopo il compromesso trovato tra repubblicani e democratici. Ieri al Senato il voto è stato ritardato dall’intervento-fiume durato sei ore dell’esponente conservatore Rand Paul (Tea Party) contrario all’aumento del debito pubblico.

Nelle prime ore di venerdì i senatori hanno infine approvato (71 a 28) il testo, adottato poche ore dopo anche dalla Camera con 240 voti contro 186. Lo shutdown è quindi durato solo 5 ore e mezza e i disagi per i cittadini statunitensi saranno praticamente nulli, anche se la vicenda causerà inevitabilmente qualche problemino d’immagine alle autorità federali.

In base all’accordo bipartisan che ha accontentato un po’ tutti la spesa aumenterà nel biennio di quasi 400 miliardi: 165 per il settore militare, 131 per le agenzie federali (lotta agli oppiacei, spese mediche per bambini poveri, infrastrutture) e 90 miliardi per i danni causati da incendi e calamità naturali.

Sullo sfondo resta la questione irrisolta dei cosiddetti Dreamer, gli 800’000 stranieri giunti negli Stati Uniti da bambini con genitori illegali, che tornerà ad occupare a breve i congressisti, visto che il programma di tutele accordato da Barack Obama – e osteggiato da Donald Trump – scadrà il 6 marzo.

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