Il mercato della prostituzione in Ticino non sembra conoscere la crisi e il numero delle italiane è in costante crescita. Subito dietro le rumene, che sono sempre la maggioranza (64%) delle ragazze occupate in locali e in appartamenti a luci rosse, le rappresentanti del Belpaese sono salite al secondo posto, davanti alle spagnole.
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Cresciuto in Ticino, ho maturato esperienze in varie testate e in diversi media, dalla carta stampata e all’informazione online e alla radio. Iniziali: spal
L’anno scorso, indica il rapporto della polizia cantonale, sono state 300 (erano 343 nel 2015) le donne che hanno richiesto il permesso per esercitare la professione, il 20% delle quali provenivano dall’Italia (+3%).
Un fenomeno quasi sconosciuto un decennio fa, quando le sudamericane e le escort dell’Est extra-Ue monopolizzavano il mercato. Ma complice la grave crisi, che dal 2008 ha colpito anche la Penisola, diverse italiane hanno iniziato a cercare fortuna nella Confederazione. E il fenomeno ha attirato l’attenzione dei media italiani che come il programma Tagadà di ieri su La7Collegamento esterno sono venuti nella Confederazione per conoscere la situazione.
Iscrizione obbligatoria e pagamento delle tasse
Per lavorare nei 92 appartamenti concentrati nei principali centri ticinesi, nei 15 postriboli disseminati sull’intero territorio cantonale (in cui operano 150 ragazze) o negli 8 saloni di massaggio erotico occorrono poche formalità: basta un documento d’identità rilasciato da un paese Ue, l’iscrizione al registro “professionale”, il pagamento delle imposte in base a una contabilità semplificata, un certificato medico e l’eventuale contratto d’affitto dell’appartamento in cui viene svolta questa particolare attività.
Le prostitute che lavorano nei locali – molti dei quali frequentati in buona parte da clienti italiani – in genere hanno vitto, alloggio, pulizia della camera e sicurezza al costo di circa 150 euro al giorno e tutto quello che guadagnano, dedotte le imposte, se lo tengono come qualsiasi altro libero professionista. E le cifre non sono proprio indifferenti: anche 15’000/20’000 euro al mese a fronte di circa 5’000/10’000 franchi d’imposte all’anno.
I proprietari dei club guadagnano sugli affitti delle camere, che sono praticamente occupate tutto l’anno, e dalle esose consumazioni al bar. Tutto (o quasi) trasparente, legale e alla luce del sole.
Controlli della polizia ticinese
Sul settore vigila infatti un nucleo speciale della polizia cantonale (Teseu) che l’anno scorso ha effettuato ben 531 controlli e denunciato 22 donne (erano 40 l’anno prima) per esercizio abusivo della prostituzione, poiché avevano un permesso per esercitare un’attività lucrativa ma non si erano annunciate alla polizia.
Gli agenti del nucleo Teseu, che perseguono anche i reati di tratta e sfruttamento di esseri umani, hanno anche denunciato 16 titolari di esercizi o appartamenti per incitazione all’entrata, alla partenza o al soggiorno illegali e per impiego di stranieri sprovvisti di permesso.
Anche 19 donne e un uomo sono stati segnalati alla procura cantonale a seguito di questi controlli per omessa notifica o esercizio d’attività lucrativa senza autorizzazione.
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