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Fuochi d’artificio per il 1° agosto, crescono le opposizioni

Lo spettacolo tenutosi l anno scorso sul Lago Lemano vicino a Losanna.
Lo spettacolo tenutosi l'anno scorso sul Lago Lemano vicino a Losanna. © Keystone / Jean-christophe Bott

Siccità, restrizioni, dietrofront delle città e mobilitazione delle organizzazioni ambientaliste e animaliste hanno ridotto il numero degli spettacoli pirotecnici per la festa nazionale. 

Gli svizzeri e le svizzere si apprestano a festeggiare la festa nazionale del 1° agosto, che sancì nel lontano 1291 il Patto federale tra i tre cantoni fondatori, con i tradizionali falò in montagna, le grigliate all’aperto e sventolii di bandiere rossocrociate con il sottofondo dei corni delle Alpi e dei canti jodel.

Riguardo ai fuochi d’artificio, cui alcune città e privati cittadini non vorranno comunque rinunciare, il vento negli ultimi anni sta cambiando. I cambiamenti climatici sempre più evidenti, le ricorrenti siccità – come fu il caso l’anno passato – e una nuova sensibilità diffusa contro le emissioni di anidride carbonica hanno fatto convinto sempre più comunità ed enti locali ad allestire programmi alternativi, senza spettacoli pirotecnici, che peraltro nella Confederazione hanno sempre avuto maggiore seguito rispetto ai botti di fine anno.

Iniziativa per limitare l’uso dei fuochi d’artificio

E questo potrebbe addirittura essere uno degli ultimi anni in cui questo genere di intrattenimento sarà ancora consentito di organizzare liberamente. Eh sì, perché è pendente un’iniziativa popolare denominata “Per una limitazione dei fuochi d’artificio” che proprio nel giorno in cui si celebra l’anniversario del patto stipulato da Uri, Svitto e Untervaldo sul praticello del Ruetli, potrebbe raggiungere le fatidiche 100’000 adesioni scritte che attivano la procedura costituzionale (che normalmente porta l’elettorato alle urne).

La proposta, che intende porre un freno agli spettacoli pirotecnici – che sarebbero consentiti, previa autorizzazione, solo per eventi di rilevanza sovra regionale – sta conoscendo un successo imprevisto. Vi hanno infatti aderito in poco tempo sia numerosi cittadini e cittadine, sia di un centinaio di organizzazioni (tra cui Protezione svizzera degli animali, Fondazione Franz Weber, Pro Natura e Greenpeace).

I fuochi d’artificio sono consentiti nella Confederazione solo il 1° agosto e il 31 dicembre ma i fastidi in termini di rumori e rifiuti, osserva il comitato dell’iniziativa, si estendono fino a 30 giorni all’anno, a seconda della località, secpondo quanto evidenziano gli e le ambientalisti/e. Per non parlare delle conseguenze negative sulla fauna selvatica e sugli animali domestici, riportano le organizzazioni animaliste.

Le raccomandazioni dell’UFAM

Preoccupazioni che vengono in buona parte condivise dall’Ufficio federale dell’ambiente (UFAM) che negli scorsi giorni aveva emanato alcune raccomandazioniCollegamento esterno in vista del 1° agosto. Tanto per cominciare le persone che soffrono di affezioni alle vie respiratorie e di malattie cardiovascolari dovrebbe rimanerne a debita distanza per evitare di inalare polveri fini e altre sostanze sprigionate dai botti. Ma questo vale anche per gli altri individui, che rischiano lesioni all’udito irreversibili per gli scoppi ravvicinati.

Inoltre, ricorda Berna, Cantoni e Comuni possono limitare l’accensione di fuochi d’artificio in caso di pericolo d’incendi dei boschi – in proposito vanno rigidamente rispettate le istruzioni emanate dalle autorità locali – come peraltro è avvenuto l’anno passato a causa della siccità. 

Per tutte queste ragioni l’UFAM consiglia “un uso moderato dei fuochi d’artificio e di accenderli soltanto il 1° agosto”.

Comuni e Cantoni vanno in ordine sparso

Per prevenire situazioni indesiderate alcune città e cantoni hanno rinunciato a organizzare spettacoli pirotecnici. Tra questi, il Vallese, teatro negli scorsi giorni di un furioso incendio a Bitsch, sopra Briga, ha vietato l’uso privato dei botti. Stesso discorso a Ginevra: vendita e uso dei razzi sono banditi fino a nuovo avviso. Friburgo ha fatto sapere già a fine giugno che la città non avrebbe organizzato il consueto spettacolo pirotecnico.

A Martigny, località nota per il suo tradizionale show di fuochi, sarà l’ultimo anno in cui si celebra questo evento, almeno nell’attuale sontuoso allestimento. A Bienne viene invece organizzato un intrattenimento con droni in alternativa ai fuochi d’artificio mentre a Bulle, con la stessa spesa utilizzata per questi ultimi, vengono proposte animazioni culturali.

A Zugo si farà invece il mega spettacolo pirotecnico ma, ha comunicato il municipio, si tratta di un’iniziativa privata del miliardario danese Niklas Nikolajsen, fondatore di Bitcoin Suisse, per celebrare la fine dei lavori di ristrutturazione della tenuta St. Karlshof, che non ha nulla a che vedere con la festa nazionale.

Restrizioni nel commercio

In generale, dove non vigono restrizioni, viene comunque raccomandato un uso moderato del materiale pirotecnico. I singoli e le singole cittadine, secondo le cifre dell’Ufficio federale di polizia, spendono in media 20 milioni di franchi all’anno, per razzi di varia natura venduti al dettaglio, per un totale di 1’650 tonnellate di fuochi che sono sparati in cielo. I sondaggi e i diffusi sostegni della popolazione alla raccolta firme dell’iniziativa di cui sopra, dimostrano che le opposizioni a questo genere di intrattenimento stanno guadagnando posizioni nel Paese.

Se ne sono accorte anche le grandi catene di distribuzione, tra cui Migros e Coop l’anno scorso hanno ritirato dai loro scaffali i botti, motivando la loro scelta con ragioni di ordine ambientale. Anche la clientela, ha evidenziato la prima, lamentata del fatto che il rumore nuoce agli animali e agli stessi esseri umani. L’aumento dei divieti sui fuochi d’artificio a causa della siccità, ha continuato, ha inoltre portato sul mercato.



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