Gianni Infantino per altri quattro anni alla testa della FIFA
Il vallesano di origine italiana è stato rieletto presidente della Federazione internazionale delle associazioni di calcio dal congresso dell'organismo riunito a Kigali, in Ruanda.
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tvsvizzera.it/mar con agenzie
La rielezione di Infantino, a capo della FIFA dal febbraio 2016 quando era subentrato all’altro svizzero Sepp Blatter, non è stata di certo una sorpresa: era infatti l’unico candidato ed è stato confermato per acclamazione dai delegati delle 211 federazioni.
Il vallesano potrebbe rimanere alla guida del calcio mondiale fino al 2031. Sebbene lo statuto dell’organizzazione con sede a Zurigo consenta al massimo tre mandati di quattro anni, Infantino aveva infatti dichiarato a metà dicembre di essere “ancora al primo”, in quanto il suo mandato tra il 2016 e il 2019 era incompleto.
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“Vi amo tutti”, ha dichiarato Infantino ai presenti nella capitale ruandese. Il sistema di voto non ha però permesso di contare i suffragi contrari.
La presidente della Federcalcio norvegese, Lise Klaveness, aveva ad esempio avvertito che non avrebbe appoggiato Infantino e aveva messo all’ordine del giorno una discussione sulla “riparazione per le violazioni dei diritti umani” legate al recente Mondiale in Qatar. In particolare chiedeva che venisse fatta luce sul bilancio delle vittime nei cantieri e un risarcimento per i loro famigliari.
Ma le federazioni europee non sono riuscite a trovare un accordo su una candidatura rivale e l’ex uomo di fiducia di Michel Platini all’UEFA (2009-2016), eletto a sorpresa a capo della FIFA nel febbraio 2016 dopo una serie di scandali che hanno travolto diversi dirigenti, tra cui lo stesso Platini e Joseph Blatter, ha la garanzia di rimanere al vertice del calcio mondiale almeno fino al 2027.
Il vallesano può vantare un solido bilancio finanziario, con un aumento del 18% delle entrate e del 45% delle riserve nel ciclo 2019-22 rispetto a quello precedente. Ciò ha permesso alla FIFA di aumentare ulteriormente le sovvenzioni alle confederazioni e alle federazioni.
Un Mondiale 2026 extra-large
Sul fronte della governance, il suo ultimo mandato è stato segnato da una vasta riforma del sistema trasferimenti, dall’istituzione del congedo di maternità per le giocatrici professioniste e da regole di procedura disciplinare che proteggono maggiormente le vittime di violenza sessuale.
I principali progetti per i prossimi anni sono già stati approvati, a cominciare dall’estensione del numero di squadre partecipanti alla Coppa del Mondo maschile (che dall’edizione 2026 passeranno da 32 a 48).
Optando per una fase a gironi con dodici gruppi di quattro squadre, il torneo organizzato congiuntamente da Stati Uniti, Canada e Messico passerà da 64 a 104 partite. Ciò permetterà di aumentare gli introiti della vendita di biglietti e attirare un maggior numero di emittenti.
Il 16 dicembre la FIFA ha inoltre deciso di espandere la Coppa del Mondo per club da un formato annuale a sette squadre a una competizione quadriennale a 32 squadre a partire dall’estate 2025. Un progetto che Infantino sta cercando di portare a compimento da anni per competere con la redditizia Champions League dell’UEFA, ma che si sta rivelando difficile da inserire nel calendario.
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