Giovani russi e ucraini uniti nel calcio
Nel calcio dilettantistico nel Torinese ci sono squadre di russofoni di varie nazioni ex-sovietiche per i quali la guerra in Ucraina è una cosa lontana e, soprattutto, incomprensibile.
Quattro anno fa Yuri Caridi, studente torinese, italo-russo, ha pensato di mettere su la sua “nazionale russa” con cui partecipare al torneo dilettantistico dell’Onlus Balon Mundial, organizzazione che promuove integrazione interculturale attraverso lo sport.
L’evento funziona come la Coppa del mondo e Yuri, avendo difficoltà a mettere insieme undici giocatori russi, più le riserve, ha pensato di allargare la ricerca ai “parlanti il russo”, facendo tornare in campo l’ex URSS ma si tratta di tutt’altro rispetto al sogno di Putin. Spontaneamente, si è creato un gruppo affiatato di amici, non solo russi e ucraini, ma anche bielorussi, moldavi, kazaki, uzbeki e azeri.
In campo si soffre insieme, ci si abbraccia per un goal e ci si consola per un rigore sbagliato. L’amicizia continua anche fuori dallo spogliatoio, dopo la partita si esce insieme per scambiare quattro chiacchiere alla pizzeria di Andriy Dovzhenko, ristoratore ucraino d’origine, il portiere della squadra, che durante le partite di allenamento fatica a difendere la porta dai tiri del suo compagno di maglia Irakliy, ingegnere informatico russo, l’attaccante.
Scoppiata la guerra, la squadra è diventata il punto di riferimento per le famiglie fuggite dalle bombe che sono arrivate in Italia. A Pasqua si è organizzata la vendita solidale di colombe, alcuni hanno messo a disposizione la propria casa e offerto un ambiente familiare, e non solo, quattro nuovi giocatori si sono aggiunti alla squadra, portando la quota degli ucraini presenti in rosa a cinque.
L’USPR, la nazionale russofona torinese, risponde con l’amicizia all’insensatezza della guerra. Un conflitto di cui non capiscono le ragioni.
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