La giustizia spagnola ritira i mandati d'arresto internazionali contro l'ex presidente catalano Carles Puigdemont e altri cinque dirigenti indipendentisti fuggiti all'estero. Lo ha comunicato la Corte suprema di Madrid.
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tvsvizzera.it/fra con RSI
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Puigdemont che l’anno scorso era quasi riuscito a spaccare la Spagna, proclamando il 27 ottobre per un giorno l’indipendenza della Catalogna, è di nuovo libero di andare ovunque. Meno che in Spagna ovviamente, dove è sempre in vigore un mandato di arresto contro di lui e contro i suoi 5 ex ministri in esilio.
Il giudice Pablo Llarena della Corte suprema che conduce la contestata inchiesta contro i leader catalani – 9 sempre in carcere preventivo – ha ritirato i mandati di arresto internazionali dopo l’ennesima sconfitta davanti alla giustizia europea.
La settimana scorsa il tribunale tedesco dello Schleswig Holstein aveva infatti concesso l’estradizione di Puigdemont (fermato in marzo al confine con la Danimarca) ma solo per il reato minore di presunta irregolarità finanziaria. Per avere cioè usato denaro pubblico per il referendum di indipendenza del primo ottobre. I giudici tedeschi avevano invece bocciato, in assenza di violenza, l’accusa principale di ‘ribellione’ per la quale sono in carcere da mesi in Spagna gli altri leader catalani, fra cui l’ex vicepresidente Oriol Junqueras, considerati detenuti politici in Catalogna.
Prima la giustizia belga aveva già respinto la richiesta di estradizione contro tre ex ministri catalani. Una decisione analoga sembrava probabile in Scozia, dove è rifugiata l’ex ministra Clara Ponsati. Mentre la Svizzera, dove è in esilio la segretaria dei repubblicani di Erc Marta Rovira, ha avvertito che non prevede estradizioni “per motivi politici”.
La decisione tedesca aveva messo in serie difficoltà la strategia accusatoria della Corte suprema spagnola. Puigdemont, tornando in Spagna, e rapidamente libero, avrebbe potuto essere giudicato solo per le presunte irregolarità finanziarie mentre Junqueras e gli altri 8 sempre in carcere lo sarebbero stati per ‘ribellione’, rischiando 30 anni. E avrebbe potuto perfino essere rieletto presidente della Catalogna.
Una situazione che avrebbe reso ancora più fragile il discusso castello accusatorio contro l’indipendentismo di Llarena. Il giudice, ha commentato l’avvocato di Puigdemont Jaume Alonso Cuevillas, ha così voluto evitare una “bastonata” dall’Europa.
Nuovo movimento separatista
Intanto l’ex presidente catalano Carles Puigdemont ha fondato un nuovo movimento separatista, “Crida Nacional per la República” ovvero “Chiamata nazionale per la Repubblica”.
Lo ha fondato insieme al suo successore Quim Torra e ad altri esponenti separatisti catalani tra i quali Jordi Sanchez, al momento in prigione in Spagna.
Il nuovo movimento è stato tenuto a battesimo nella serata di ieri a Barcellona con la lettura di un manifesto e la partecipazione di Puigdemont, in collegamento video da Berlino. Il movimento dovrebbe raccogliere tutti i sostenitori dell’indipendenza della Catalogna, riporta il tedesco Der Spiegel online.
“Siamo più forti se possiamo negoziare in maniera trasversale e congiunta”, ha detto Puigdemont nel corso della cerimonia.
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