Gli esperti federali, “rischio nuova ondata in Svizzera”
Anche in Svizzera ha ripreso a salire il numero delle infezioni da Covid-19, come del resto ci si attendeva con l'approssimarsi della stagione fredda.
La situazione negli ospedali, hanno sottolineato a Berna i consulenti del governo federale, rimane tesa e le prospettive sono sfavorevoli.
Per Patrick Mathys, capo della crisi e cooperazione internazionale all’Ufficio federale della sanità pubblica (UFSP), sussiste il rischio reale di un sovraccarico delle strutture ospedaliere, in particolare nei reparti di terapie intensive. Ogni giorno vengono ricoverate dalle 15-20 persone a causa del Covid-19 (età mediana di 57 anni) e oltre 100 persone si trovano in cure intense, mentre il numero di decessi rimane basso (3-4 al giorno in media).
Contagi in aumento soprattutto tra i giovani
L’incremento dei contagi riguarda tutti i Cantoni – il tasso di riproduzione medio si è attestato all’1,24% (con solo due cantoni sotto l’1 ma con tendenza al rialzo) – in particolare nella Svizzera centrale e orientale.
In Prettigovia, nel Canton Grigioni, ad esempio viene segnalata un’impennata delle nuove infezioni e, a dipendenza dell’evoluzione della situazione, potrebbero venir introdotte a breve nuove restrizioni, come illustra il servizio del Tg.
A livello di popolazione il coronavirus si sta diffondendo soprattutto tra le persone mobili, ossia i giovani tra i 10 e i 19 anni.
Del rischio di una nuova ondata pandemica ha parlato espressamente Tanja Stadler, presidente della Task Force Covid-19 del Consiglio federale, che ha ricordato come il 2% delle persone contagiate rischiano il ricovero e l’attuale tasso di riproduzione sopra l’1 si traduce inevitabilmente in un raddoppio dei casi ogni due settimane.
Con 1,6 milioni di persone non ancora vaccinate in Svizzera, ha proseguito Tanja Stadler, lo spettro di un peggioramento significativo delle prestazioni sanitarie per pazienti Covid e non è tutt’altro che scongiurato.
In questo contesto, è stato sottolineato, la prospettiva di un inasprimento delle misure preventive è assai più concreta di quella di un allentamento delle stesse. E l’unico strumento a disposizione per evitare questa evoluzione, è stato ribadito per l’ennesima volta da Patrick Mathys, resta la vaccinazione della popolazione – attualmente completata dal 72% dei residenti (il 75% ha ricevuto almeno una dose) – che però sta procedendo troppo a rilento.
Terza dose in arrivo
Nel giorno del via libera di Swissmedic alla terza dose raccomandata a immunodepressi e anziani, Tanja Stadler ha sottolineato che essa è stata decisa poiché si è notato che nella Confederazione il tasso di copertura in ottobre è sceso tra gli ultraottantenni al 73-87%, rispetto all’89-94% del mese precedente. Si presume che ciò accadrà anche tra le persone dai 65 anni e per questo motivo si stima che il richiamo potrebbe evitare da 10 a 20 mila ricoveri.
Riguardo invece alla nuova variante, la temuta Delta plus, in Svizzera è stata segnalata in una cinquantina di casi negli ultimi due mesi ma, seppur più contagiosa delle altre, non sembra in grado di aggirare le difese immunitarie generate dal vaccino.
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