Un incendio devasta il campo profughi di Moria
Gran parte della struttura allestita sull'isola di Lesbo è stata distrutta dalle fiamme divampate nella notte su mercoledì.
Nel campo di Moria, che ha una capienza teorica di circa 3’000 persone, si trovavano oltre 12’500 persone. Stando alla testimonianza riportata dall’Ansa di Marco Sandrone, capo progetto di Medici senza Frontiere a Lesbo, la maggior parte della struttura è stata avvolta dalle fiamme, ciò che ha provocato una fuga di massa delle persone.
Per il momento non sono state segnalate vittime, ma solo alcuni feriti leggeri. Sull’isola è stato dichiarato lo stato d’emergenza e il Governo ellenico è riunito in queste ore per esaminare le misure da prendere.
Il campo era stato messo in quarantena la settimana scorsa, dopo che era stato rilevato un primo caso di coronavirus. In seguito, erano stati realizzati altri 2’000 test e 35 persone erano risultate positive e poste in isolamento. Il timore è che ora il virus possa propagarsi velocemente, poiché la maggior parte dei rifugiati si è come detto dispersa.
Sull’origine dell’incendio non vi sono per ora informazioni certe. Secondo quanto riportato da alcuni media – ma non vi è nessuna conferma da parte della polizia – le fiamme sarebbero state appiccate dai migranti in rivolta contro le restrizioni imposte a causa del coronavirus. Alcuni gruppi di migranti avrebbero cercato di impedire ai vigili del fuoco di intervenire per domare le fiamme.
Il campo di Moria è da anni al centro delle critiche per le condizioni disumane in cui vivono i profughi, tra cui moltissimi bambini.
tvsvizzera.it/mar/agenzie con RSI (TG del 9.9.2020)
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